E’ la serata delle illusioni, con i quarti posti di Gianmarco Tamberi nel salto in alto e di Yeman Crippa sui 5mila, il 5° della 4×400 donne e il 6° maschile, sempre nella staffetta lunga.
Gimbo era il campione europeo uscente, aveva azzeccato il pronostico: «A 2,32 c’è il podio». Si ferma a 2,28, comunque la miglior misura stagionale. Sbaglia un tentativo a 2,24, passa al primo la soglia successiva, abbatte l’asticella a 2,31 e non azzecca le ultime due prove a 2,33.
Due anni dopo la rottura al tendine, è competitivo, ma non abbastanza per il podio.
«Nel 90% dei campionati europei – racconta -, con questa misura si coglie una medaglia. Mi inchino davanti ai primi tre, capaci di fare il personale nell’occasione più importante. Ero carichissimo, ho azzardato per almeno il terzo posto, andando alla misura superiore».
Gimbo ringrazia i tifosi, resta il più amato dell’atletica italiana. «Anche qualcuno dei 60mila di Berlino ha tifato per me».
Lo stadio è in visibilio per il tedesco Przybylko, 2,35 e oro, argento per il bielorusso Nedasekau in 2.33, bronzo due centimetri sotto, al russo Ivanyuk. Il campione del mondo indoor, Lysenko, con 2,37, era stato fermato per tre irreperibilità all’antidoping.
Yemaneberhan (il braccio destro di Dio, in aramaico) Crippa è in posizione ideale, all’ultimo giro, sferra l’attacco, a più strappi, non basta per riprendere il francese Amdouni. Con 13’19”85 avvicina il personale, arriva a 70 centesimi dal podio. Comandano due dei tre fratelli Ingebrigsten.
«Non ho bissato il podio dei 10mila – si rammarica Yeman – per diversi errori nella tattica. Ho fatto più volte avanti e indietro, mi è costato sul rettilineo: avessi risparmiato un po’ prima forse… Ho 21 anni, posso lavorarci».
La staffetta all back azzurra aveva il miglior tempo in qualificazione, è quinta. Benedicta Chigbolu e Ayomide Folorunso sono terze, la sudanese Raphaela Lukudo è la migliore, dà il cambio a Libania Grenot da seconda. La cubana parte bene, a 35 anni crolla a 150 metri dal traguardo. La chiusura è in 3’28”62, la Polonia, oro, è lontana 2 secondi, poi Francia e Gran Bretagna, a oltre un secondo.
L’altra 4×400 è sesta, con Scotti, Tricca, Re e il vicentino Matteo Galvan, più volte vicino a recuperare almeno una posizione. Il 3’02”34 è a 3” dal Belgio dei tre fratelli Borlèè, poi gli inglesi e la Spagna, un secondo e mezzo davanti agli azzurri.
Sugli 800, il polacco Kszczot si conferma il migliore d’Europa, da un decennio, poi Francia e Svezia.
Gli altri titoli al femminile. I 200 donne sono della britannica Asher-Smith, 21”89, miglior crono del 2018, a mezzo secondo dal record di Griffith-Joyner. Aveva vinto anche i 100, argento e bronzo per l’Olanda: sono anche le medaglie che porta a casa l’ex regina Dafne Schippers.
I 400 sono della Polonia, con Swiety-Ersetic, 50”41, poi Grecia e Olanda.
Festeggia la Germania nel salto in lungo, con il 6,75 della Mihambo, invero modesto. Argento ucraino, bronzo Gran Bretagna.
Oggi le ultime (scarse) speranze di medaglia. Dalle 9,05, sempre su Raisport ed Eurosport, le due maratone, con il medico di 46 anni Catherine Bertone, piemontese. Dalle 19,10 (Rai2) l’asta, con Stecchi, i 3mila siepi con Isabel Mattuzzi e le 4×100. Tortu spera di portare in staffetta il podio sfuggito sui 100. I tre bronzi rappresenterebbero il peggior bottino dal 1958.
Vanni Zagnoli
Da “Il Gazzettino”