Non c’è paragone, in stagione, fra il calcio del Lecce, sempre spettacolare, persino nelle 6 sconfitte di fila recenti, e le prestazioni del Genoa, con 3 allenatori. Chi giocava meglio, al grifone, era Andreazzoli, che superò la Fiorentina di Montella, entrambi però vennero esonerati.
Dunque a Marassi finisce 2-1, i pugliesi scivolano a -4 e la Spal è condannata aritmeticamente, con 4 giornate di anticipo.
L’avvio è rossoblù, con il duo Pandev-Sanabria, a bersaglio al secondo tentativo. L’imbucata del macedone è sporcata da Donati, Sanabria era già stato l’uomo della salvezza con Prandelli, al 7° indirizza il match. Si fanno male Sturaro e Babacar, entra nel Lecce Ladapula che alla seconda chance si procura il rigore, sull’uscita di Perin, più fallosa rispetto a quella di Handanovic su Strefezza in Spal-Inter. Dal dischetto Mancuso sbaglia, come con la Lazio, altissimo, veniva da 11 trasformazioni consecutive, ultimo errore 3 anni fa, alla Casertana. Il resto è giallorosso, come in ogni gara equilibrata in cui una deve recuperare e ha più tecnica.
La pizzica salentina prosegue nella ripresa, angoli e il pari di Mancuso, su cross insidioso. Il Genoa si fa vivo con Criscito (palo a gioco fermo) e con Schone, il più insidioso però è Barak, lasciato in prestito dall’Udinese. Il Genoa si fa coraggio e segna da fuori con il destro del polacco Jagiello, palo e poi palla sulla schiena di Gabriel.
Il Lecce ha un calendario più semplice ma un -5 (per i confronti diretti, 1-1 all’andata) sul Genoa, al 13° campionato di serie A di fila e per la 5. volta in bilico. Un anno fa fece retrocedere l’Empoli di Andreazzoli, chissà se si ripeterà la scelta del presidente Preziosi, di prendere Liverani, che aveva fatto debuttare troppo giovane, in panchina, salvo richiamare Gasperini.
Ora che la salvezza è andata, la Spal gioca meglio. Discreta con l’Inter, al di là dello 0-4, e anche a Brescia, rimontata e poi superata a Brescia. Concede un’occasione a Torregrossa ma è insidiosa con Cerri e avanza al 42’: Dabo dialoga con Missiroli al limite, il portiere Joronen rimpalla, anche sullo stinco di Dabo e la palla entra; Tunjov avvicina il raddoppio. La ripresa è delle rondinelle, chance per Mateju, Skrabb e Donnarumma, Tunjov e Cerri pungono per la squadra di Gigi Di Biagio, che ha peggiorato decisamente la media punti di Semplici. Subisce il pari e il sorpasso dal ceco Zmrhal, 27 anni, servito da Donnarumma. In mezzo anche il gol annullato a Martella.
A Firenze, è partito il classico sprint finale di Beppe Iachini, per riprendere il Cagliari al 12° posto, è a -6 dal Sassuolo, dove non venne confermato per far posto a De Zerbi, infinitamente più spettacolare. Il Torino resta tranquillo, a +8 sul Lecce, Longo cerca di scacciare l’ombra di Pioli e Giampaolo, mentre Commisso vorrebbe Juric, dal Verona. Autorete iniziale di Lyanco, su ciabattata di Kouame, il Toro non calcia mai in porta, nel primo tempo. A un quarto d’ora dalla fine palo di Belotti, poi il raddoppio di Cutrone, su errore di Meitè. Viola superiore, con Ribery e Castrovilli.
Vanni Zagnoli
Da “Il Gazzettino”