Fiorentina-Benevento non è stata una partita vera, si è giocata, hanno vinto i viola per 1-0 ma ha vinto soprattutto il ricordo di Davide Astori, prima, durante e alla fine. Quando il colpo di testa di Coda finisce sul palo, sembra scritto che la palla non possa entrare, il pareggio avrebbe guastato il clima, di commemorazione del capitano viola.
Era scritto che vincesse la squadra del difensore bergamasco trovato morto in camera 8 giorni fa, la commozione prende il sopravvento in avvio e al ’90, non vanno più via, dallo stadio Artemio Franchi.
Il lungo omaggio inizia in mattinata, con il pellegrinaggio dei tifosi al muro viola, la cancellata sotto la tribuna con centinaia di sciarpe, disegni e ricordi per Astori. Il riscaldamento per tutti i toscani è con con numero 13, compreso per Stefano Pioli e lo staff. Anche il Benevento entra accompagnato dai bambini che indossano le maglie di Fiorentina, degli stessi giallorossi e del Cagliari, l’altra società che ha ritirato la 13. In tribuna ci sono i fratelli Diego e Andrea Della Valle, applauditi a lungo e di nuovo vicini alla squadra, mentre Marco e Bruno Astori, i fratelli di Davide, siedono vicino al vice presidente Salica. Striscioni e cori anche dai tifosi sanniti, in campo c’è Riccardo Saponara, autore di una bellissima lettera in morte al capitano, è alla prima da titolare, sarà positiva, e in fondo Astori l’ha sempre incitato, perchè sprigionasse il suo talento. Risolverà la partita al 25’, calciando un angolo, salta Vitor Hugo e infila Puggioni. Il difensore ha proprio preso il posto di Astori, ne mostra l’immagine con la t-shirt.
L’atmosfera è sintetizzata da Milan Badelj, erede della fascia di capitano: “Davide è stato il seme che ha unito e fatto crescere la squadra, nostro compito sarà continuare quel che lui aveva fatto in maniera stupenda”.
In mezzo al campo la grande scritta con la maglia viola numero 13: ”Capitano per sempre!”. Lo striscione in curva Fiesole: “Ci sono uomini che non muoiono mai, storie che verranno tramandate in eterno. Buon viaggio Capitano”. All’ingresso, il silenzio dei giocatori è assordante, lungo e profondo. Migliaia di palloncini bianchi e viola salgono verso il cielo, lo stadio Franchi è esaurito, applaude e grida: ”Davide Astori”, “C’è solo un capitano”. Brividi, anche nel minuto di raccoglimento, silenzio e compostezza. Al minuto 13 la partita si ferma, lo stadio applaude, applaudono i giocatori, la curva Fiesole si colora di viola. Il nome “Davide”, il numero 13 e giù altre lacrime. Anche alla fine.
Vanni Zagnoli
Da “Il Gazzettino”