Due ori a Nordest, di Margherita Panziera da Montebelluna e di Piero Codia, triestino. E poi il tris di titoli per Simona Quadarella, i bronzi di Vergani e Arianna Castiglioni. Manca giusto la medaglia per Federica Pellegrini, quarta in staffetta.
Gli Europei di nuoto a Glasgow si chiudono con tantissima Italia, come a compensare il quasi nulla dell’atletica, a Berlino.
Margherita Panziera era pronosticabile, con il record italiano al Sette Colli. La trevigiana di 23 anni strappa il record dei campionati al mito magiaro Krisztina Egerszegi, resisteva dal 1991. Sui 200 dorso, fa 2’06”18, è la decima di sempre, al mondo, e stabilmente in testa. Allenata da Gianluca Belfiore, migliora il suo primato italiano di un secondo, tantissimo. Più o meno il distacco che rifila alla russa Ustinova, mentre il bronzo va all’ungherese Burian.
Uno dei segreti di Margherita è il rigore, nella vita quotidiana. «Tutto l’anno – sorride -: non bevo, nè mi sfondo di cibo, vado da un nutrizionista. Mi concedo sempre 8 ore di sonno, in genere vado a dormire alle 23. Vivo all’Acquaniene, ma non in stanza con Simone Ruffini, il fondista mio fidanzato».
Studia economia aziendale e politiche dello sport, a Roma. «Nessun sogno di tv o copertine. Federica rimane il mito del nuoto».
Con quest’oro diventa di una delle sportive più popolari di Montebelluna, assieme all’ex centravanti dell’Inter Aldo Serena, all’ex juventino Renato Buso e all’allenatore Tesser.
Piero Codia veniva da una stagione in sordina, sui 100 farfalla migliora l’argento di un anno fa, in vasca corta. A 28 anni, 50”64 (27”22 l’intermedio), è l’8° tempo di sempre, il record italiano, batte il francese Metella di 60 centesimi e il britannico Guy; ultimo l’argento olimpico, il mitico Laszlo Cseh, 32 anni. Dalla corsia 8, senza pressioni va a cogliere l’oro inseguito per tutta la carriera. Si allena all’Aniene, con Alessandro D’Alessandro. «Quest’anno ho cambiato allenamenti – spiega -, non mi sentivo comunque in forma come a Budapest, da due stagioni credo di più nelle mie potenzialità, ma persino familiari e tecnici erano più fiduciosi di me». «Gli abbiamo trasmesso sicurezza», conferma il dt Cesare Butini.
Una delle grandi donne degli Europei è Simona Quadarella, al triplete, dopo 800 e 1500. E’ oro anche nei 400, per eguagliare l’americana Kate Ledecky le mancano solo i 200. La 19enne romana si migliora di oltre due secondi, in 4’03”35: è terza ai 100, seconda ai 200 e ai 300, prima ai 350 e nello sprint respinge la magiara Kesely, per 22 centesimi, e la britannica Hibbo.
«Ci ho sperato – racconta la regina dell’Aniene, incitata dalla tribuna dal tatuatissimo Cristian Minotti -. Avrei firmato semplicemente per la finale, di questi 400. E posso migliorare ancora».
Sui 50 stile, va a podio Andrea Vergani, milanese del ’97, al debutto in una manifestazione di questo valore. E’ bronzo in 21”68 dietro al britannico Proud (21”34) e al greco Gkolomeev. Il giorno prima aveva stabilito il record italiano, con quel 21”37 sarebbe stato secondo.
«Ho fatto un errore in partenza», confessa.
Arianna Castiglioni sui 50 rana è pure di bronzo, 30”41, dietro alla triplettista russa Efimova (29”81) e all’inglese Clark; sesta Martina Carraro.
La 4×100 mista è quarta, con Carlotta Zofkova, Arianna Castiglioni, Elena Di Liddo e Federica Pellegrini, in 3’57”. Oro alla Russia in 3’54”22, argento Danimarca, bronzo alla Gran Bretagna, per 9 centesimi. La divina parte da seconda, perde due posizioni, ma la Blume è troppo più forte. «Non potevo fare meglio – racconta -, è stato il mio tempo migliore della settimana. Sapevamo che l’ultima frazione sarebbe stata una rincorsa, è mancato pochissimo».
Mai successo che un Europeo di Federica fosse senza podi, ma era una stagione di tranquillità.
Al maschile, la staffetta va alla Gran Bretagna, davanti a Russia e Germania.
La queen degli Europei scozzesi è Sarah Sjoestroem, sui 50 farfalla conquista il quarto oro individuale, in 25”16 batte la danese Beckmann e la belga Buys. I 400 misti vanno all’ungherese Verraszto in 4’10”65, argento al britannico Litchfield e bronzo allo spagnolo Ramon.
Vanni Zagnoli
Da “Il Gazzettino”