Serve la maratona, per salvare, molto parzialmente, l’Europeo dell’Italia, da 5+. A Berlino, il quarto bronzo arriva da Yassine Rachik, 25 anni, bergamasco di origine marocchina. Fa gara di testa, resiste a una piccola crisi all’ultimo chilometro e al rientro dello spagnolo Guerra. Oro al belga Naerts, in fuga al 30° km, in 2h09’51, secondo lo svizzero Abraham, a un minuto e mezzo, poi il nostro, al personale, 2h12’09. «Era un sogno – spiega Rachik -. Peccato per l’assenza di Meucci, avrebbe fatto la differenza. Era caldo, si lottava uomo contro uomo, ho pensato persino all’oro. E anche ai tanti sacrifici».
Gli azzurri sono i migliori come squadra, è 5° in 2h12’43” Eyob Faniel, eritreo delle Fiamme Oro Padova, allenato da Ruggero Pertile e residente a Bassano; 12° Stefano La Rosa. Nella coppa Europa, è dunque seconda la Spagna, bronzo all’Austria. La nazionale si era già imposta nel 1981, nel ’98 e nel 2006 e adesso quest’oro viene inserito nel medagliere, al contrario delle olimpiadi.
La maratona femminile va alla bielorussa Mazuronak, nonostante l’emorragia al naso e il dritto in una curva non segnalata. Due ore, 26’22, poi la francese Calvin e la ceca Vrabackova. Le azzurre sono d’argento, con il 6° posto di Sara Dossena, 33 anni, al personale, ottava la 46enne Catherine Bertone, medico al primo soccorso pediatrico dell’ospedale di Aosta, e 14. Fatna Maraoui, 41 anni, marocchina di Biella. L’oro a squadre è della Bielorussia.
«Mi aspettavo la medaglia – annota Dossena -, ma al 24° km non me la sono sentita di andare con le prime. Adesso farò meno bici e nuoto».
Squalificata in semifinale, la 4×100, Cattaneo-Desalu-Manenti-Tortu, passata con il 6° tempo, 38”82, sesto tempo assoluto. Fuori zona il penultimo passaggio del testimone, c’era speranza di medaglia, l’oro va ai britannici, su Turchia e Olanda.
La staffetta femminile è 7. con Herrera, Hooper, Siragusa, Alloh, 43”42. Vince la Gran Bretagna, trascinata da Asher-Smith, al terzo oro, davanti all’Olanda di Schippers.
Splendida l’asta, al di là del 11° posto di Claudio Stecchi, a 5,50. Trionfa un 18enne, lo svedese Duplantis, 6,05, primato mondiale under 23, argento al 21enne russo Morgunov, 6 metri, davanti al recordman Lavillenie, 5.95.
Sui 3mila siepi, Isabel Mattuzzi è 15., oro alla tedesca Krause, poi Svizzera e Norvegia. Nei 1500, doppietta britannica, oro Laura Muir e bronzo Weightman, argento Polonia. I 5mila sono olandesi, con Hassan, 14’46”12, su Inghilterra e Turchia. Il martello è della primatista Anita Wlodarczyk, 78,94 metri, polacca come il bronzo. Il triplo va al portoghese Evora (17,10), sull’azero Copello, quindi il greco Tsiamis.
Solo 60 anni fa, l’Italia non aveva vinto titoli, nel medagliere è ufficialmente 16., con l’oro e l’argento della maratona a squadre, poi i 4 bronzi, di cui 3 di nuovi italiani. Comandano i britannici, 7 ori, 5 argenti e 6 bronzi, 7 ori anche per la Polonia, 6 per la Germania. Realisticamente, gli azzurri sono solo 24esimi. “Ma i giovani crescono – obietta il presidente federale Giomi – e nella classifica a punti siamo migliorati”. Fra due anni, vedremo quanto, agli Europei di Parigi.
Vanni Zagnoli
Da “Il Gazzettino”