Ci sono tempi che non sono primati del mondo ma che valgono anche più di tanti record. E’ il caso dei 400 ostacoli, in cui Karsten Warholm arriva a 9 centesimi da Kevin Young, ovvero dal primato mondiale più longevo, sulla pista, al maschile. L’americano lo stabilì a Barcellona ’92, in 46”78, detronizzando Edwin Moses, mentre il 24enne norvegese arriva a 46”87, migliorando di 5 centesimi il suo primato europeo, ottenuto l’anno scorso a Zurigo.
A Stoccolma si gareggia sul leggendario stadio olimpico del 1912, anche senza pubblico c’è entusiasmo e il vichingo chiede l’ottava corsia, preferenza inconsueta. E’ isolato, come fosse in gara da solo. La distribuzione è esemplare, solo sull’ultima barriera con la gamba d’attacco va a incocciare l’ostacolo, sennò avrebbe battuto quello statunitense meteora. Warholm è comunque è il primo uomo nella storia ad abbattare per due volte il muro dei 47 secondi.
La continuità dello scandinavo è impressionante, gli basta nella prossima gara un comodo 47”44 per spodestare a sua volta Moses, l’americano con la barba e gli occhialini e dai 13 passi fra ogni ostacolo, arrivare detenere la miglior media su dieci prestazioni, per ora è a 47”27. A sorpresa fa anche i 400 piani, in 45”05, sommando le due prove è il migliore al mondo: solo 6° Davide Re, in 47”, per un dolorino.
In Svezia c’è gloria anche per l’Italia, Luminosa Bogliolo (Fiamme Oro) è la prima azzurra ad aggiudicarsi una gara nella storia della Diamond. A 25 anni, la ligure fa 12”88, può migliorare in partenza. Fra le barriere, è incerta solo sulla quinta. Allenata da Ezio Madonia e da Antonio Dotti, è la migliore italiana nella corsa.
Da venerdì a domenica, sarà l’attrazione degli assoluti, a Padova, aperti a un massimo di 500 spettatori. Insegue il record nazionale di Veronica Borsi, 12”76. “A volte forzo ancora troppo”, racconta l’ostacolista di Alassio, al debutto nel grande circuito dell’atletica. Al pari due lunghisti, Filippo Randazzo (Fiamme Gialle) quarto con 7,87 e Antonino Trio, ottavo a 7,64. Eccellenti Duplantis nell’asta (6,01) e l’ucraina Mahuchikh nell’alto (due metri).
Vanni Zagnoli
Da “Il Gazzettino”