Per il momento vince il Chievo, il processo è inammissibile per un vizio di forma e dunque il presidente Luca Campedelli può respirare di sollievo. La squadra veronese dovrebbe giocare in serie A anche il campionato al via fra meno di un mese, ormai mancano i tempi tecnici per ipotizzare i 3 gradi di giudizio in un procedimento annullato dal tribunale della Figc, dopo le richieste della procura federale di 15 punti di penalizzazione, per le plusvalenze fittizie negli scambi di giocatori con il Cesena.
La strategia difensiva faceva leva su un vizio di forma, ovvero la mancata audizione di Campedelli, che aveva chiesto di essere ascoltato. Il procuratore Giuseppe Pecoraro non ricorrerà in appello, istituirà al più presto il nuovo procedimento, eppure la vittoria dei veneti in primo grado è pesante. Al pari della penalizzazione di 15 punti che sconterà il Cesena nel campionato in cui ripartirà, probabilmente la serie D, dopo il fallimento.
Se la chiusura dell’iter che riguarda il Chievo non avverrà prima del 19 agosto, in caso di condanna potrebbe scontare la pena addirittura nel torneo successivo.
Intanto il tribunale presieduto da Roberto Proietti ha dichiarato improcedibile il deferimento nei confronti dei gialloblù e così restituisce gli atti alla procura.
Chievo e Cesena erano finiti a giudizio, insieme ai presidenti Luca Campedelli e Giorgio Lugaresi, oltre ad altri 18 dirigenti chiamati a rispondere per responsabilità diretta e oggettiva, per avere «sottoscritto le variazioni di tesseramento di calciatori indicando un corrispettivo molto superiore al reale e avere contabilizzato nei bilanci plusvalenze fittizie e immobilizzazioni immateriali di valore superiore al massimo dalle norme che regolano i bilanci delle società di capitali. «Condotte finalizzate a far apparire un patrimonio netto superiore a quello esistente alla fine di ciascun esercizio e ciascun semestre così da ottenere la licenza nazionale agli ultimi tre campionati, in assenza dei requisiti previsti dalla normativa federale», recitava il deferimento.
Pecoraro aveva chiesto per entrambi i club 15 punti di penalizzazione da applicare sulla classifica dello scorso campionato (avrebbero significato la retrocessione in B del Chievo) e 3 anni di inibizione al presidente Campedelli. I suoi legali sono stati abili nel trovare il vizio di forma. Mister Paulani aveva chiesto di essere ascoltato a metà giugno, prima del deferimento e prima dei 20 giorni concessi dalla stessa procura per richiedere l’audizione.
Il Tfn ricorda che per lo stesso motivo era stata decisa l’improcedibilità di un deferimento in un caso analogo precedente. «Una decisione dalla quale non c’è è motivo di discostarsi».
Certo i 15 punti di penalizzazione per il Cesena spaventano lo stesso club gialloblù, potrebbero arrivare nel nuovo processo e con quelli per il Chievo sarebbe davvero impossibile salvarsi, anche eventualmente nel 2019-20. In appello potrebbero essere dimezzati e allora per la squadra di Lorenzo D’Anna il compito sarebbe meno gravoso. E’ pure possibile che la posizione veronese si alleggerisca, rispetto ai romagnoli, per i quali davvero quelle plusvalenze false sono state determinanti per iscriversi al campionato, diversamente sarebbe fallito prima.
Il Chievo non commenta, ieri era impegnato a Rovereto nell’amichevole con il Cittadella. Il Crotone, invece, chiede che il nuovo processo si faccia rapidamente: «Per evitare che la società subisca ulteriori gravissimi danni. Perchè il tribunale non ha assolto la società, solo rinviato gli atti alla procura».
La realtà è che ormai è impossibile che i 15 punti di penalizzazione vengano irrogati sullo scorso campionato, portando all’immediata serie B della squadra del quartiere veronese e al ripescaggio dei calabresi. E magari il Chievo vincerà anche nel merito, forte di una perizia che evidenzia in soli 2 milioni i vantaggi contabili.
Vanni Zagnoli