Vanni Zagnoli
Reggio Emilia
Il ritorno del Padova tra i professionisti porta un’ottima prestazione, purtroppo non coronata dai tre punti. E’ un peccato per i biancoscudati che avrebbero meritato l’intera posta nella sfida fra grandi blasonate del girone A, vent’anni fa assieme in serie A e capaci di salvarsi una volta a testa.
L’attualità parla di una squadra di Carmine Parlato sorprendentemente superiore ai granata fermati solo ai rigori, nella semifinale playoff di maggio, contro il Bassano. Insomma, in teoria il Padova vale già la promozione. Molto in teoria, ovvio, per una proprietà transitiva che nel calcio non esiste. Il ritorno al 4-2-3-1 è stata la mossa vincente, i biancoscudati sono piaciuti, nonostante il fattore campo e le attese per la nuova proprietà emiliana.
“Unico grande amore” è l’attestato di fiducia dei tifosi granata, ma non c’è nemmeno il tempo di ammirare la splendida coreografia in Curva Sud che il Padova passa. Alla prima azione, Petrilli si invola sulla sinistra, serve al centro il 36enne Neto Pereira che approfitta di un’indecisione di Parola per beffare in rovesciata il giovane portiere Perilli. Ha colpi da serie A, l’avrebbe strameritata con il Varese, 3 anni fa, toccò invece alla Sampdoria. Anche la stagione precedente, ma lì fu il Padova a recuperare, grazie alla classe di El Shaarawy.
La Reggiana reagisce dopo cinque minuti, da un maldestro tiro di Angiulli nasce un assist al bacio per Rachid Arma, implacabile da distanza ravvicinata per l’1-1. Il match è entusiasmante, gli uomini di Parlato si rendono pericolosi al 16′ con il calcio di punizione di Fabiano (palo sfiorato) e con Petrilli da posizione troppo angolata.
Alla mezz’ora è la squadra di Alberto Colombo ad avvicinare l raddoppio, il marocchino Arma (7 squadre cambiate in un lustro) non si coordina a pochi passi dalla porta. Prima dell’intervallo il pubblico del Mapei -Città del Tricolore applaude le parate di Perilli su due colpi di testa di Cunico.
Nella ripresa lo stesso capitano biancoscudato reclama per un fallo di Sabotic in area di rigore, l’arbitro Prontera lascia proseguire. La Reggiana cala vistosamente il ritmo, si rifà vedere con costanza dalle parti di Petkovic solo nel finale di gara. Vivacità arriva dal 20enne Loi al posto di Nolè, l’ex bassanese è spento. Al 40′ Angiulli trova il palo a dire di no alla sua potente conclusione dalla distanza.
Dunque il rischio del 4-2-3-1 ha pagato, perchè a centrocampo solo Corti, una vita al Varese, e l’ex Bucolo fronteggiavano Bruccini, il 36enne Parola e Angiulli. Cunico è stato fondamentale nell’impedire la regia di Parola, 4 anni fa due promozioni con il Novara. Eccellenti a sinistra Favalli e Petrilli, Neto non è una sorpresa: affonda quando deve, rallenta per far rifiatare i compagni.