Sassuolo-Juventus 1-0
GOL: 21’ pt Sansone.
SASSUOLO (4-3-3): Pegolo 6,5; Vrsaljko 6,5, Cannavaro 6,5, Acerbi 6,5, Peluso 6; Missiroli 6, Magnanelli 6,5, Biondini 7 (27’ st Duncan 6); Berardi 6 (36’ st Laribi sv), Floccari 6 (26’ st Defrel 6), Sansone 7. Allenatore: Di Francesco.
JUVENTUS (4-3-2-1): Buffon 6; Barzagli 6, Bonucci 6, Chiellini 5,5, Alex Sandro 6; Lemina 5 (37’ st Hernanes sv), Sturaro 6, Pogba 5,5; Cuadrado 6, Mandzukic 5 (15’ st Morata 5,5), Dybala 6 (34’ st Zaza sv). Allenatore: Allegri.
Arbitro: Gervasoni di Mantova 6.
Note: ammoniti Chiellini, Peluso, Lemina, Pegolo, Berardi, Pogba, Cannavaro, Sansone. Espulso al 39’ pt Chiellini per doppia ammonizione. Spettatori 20mila. Recupero: pt 2’, st 4’. Pioggia violenta. Angoli: 11-1 per la Juve.
Vanni Zagnoli
Reggio Emilia
Un giorno, magari, vedremo Eusebio Di Francesco al posto di Massimiliano Allegri. Non necessariamente alla Juve, ma in società analoga, perchè è già forse il miglior tecnico italiano. Se Conte in 7 anni è arrivato alla nazionale, il pescarese in 8 stagioni ha lasciato l’albergo di famiglia, il biennio da team manage della Roma per abbacinare con un calcio spettacolare e redditizio, capace di scacciare la Juve, a 11 punti dalla Roma. Un anno l’aveva bloccata sull’1-1 grazie a Zaza, stavolta rovescia la storia, perchè al 5° tentativo batte i 4 volte (di fila) campioni d’Italia.
Non c’è furore, nella Juve dei due Mario, Lemina francese inatteso e Mandzukic, croato anonimo, chiuso fra Acerbi e Cannavaro. Cuadrado è tenuto lì da Peluso, Dybala galleggia fra i centrali, Lemina sta accanto a Pogba, lo ricorda anche visivamente. E’ significativo che due ammonizioni capitino ai 31 volte tricolori, Chiellini per proteste e Lemina (che poi allontana la palla rischiando il rosso) su Sansone. E lì succede il momento da cardiopalma. La punizione di Nicola Sansone è da Dybala, aggira la barriera e spiazza Buffon, in ritardo, e fa capire perchè oggi i neroverdi valgono la Juve. A parte il pubblico, a prevalenza bianconera. Il Mapei presenta finalmente un colpo d’occhio convincente.
La Juve reagisce per un attimo da Juve, con Dybala trascinatore e imprendibile e Pogba comprimario, come Alex Sandro. Sturaro si danna però non è Vidal, nessuno fa il Pirlo è questa è la vera differenza rispetto al resto del decennio. Anche Tevez, ecco, manca, perchè qui aveva dato spettacolo, per due volte. Arriva l’impronta di Pegolo, il bassanese che ha perso il posto per l’operazione, un anno fa, leva dal sette il destro da fuori di Pogba. Un lembo di storia del calcio cambia in un fischio, in un cartellino. Prima dell’intervallo arriva il secondo per Chiellini. In genere gli arbitri sono severissimi contro le provinciali, Gervasoni qui non può chiudere gli occhi perchè il fallo su Berardi c’è e la punizione non basta, neanche considerata la distanza dalla porta. E in fondo l’espulsione di Consigli, domenica, a Milano, era dubbia: in questo ha ragione il proverbio di Giorgio Cagnotto, ct dei tuffi: “Un po’ per uno in braccio al nonno”. Cioè, piacciono a tutti i favori (o mezzi) pesanti.
La Juve continua a giocare da Juve di quest’anno in Italia, cioè al piccolo trotto, con un modulo variabile (4-3-2-1, ma pure 3-5-2) al 3-4-2 e la superiorità numerica favorisce le accelerazioni in fascia dell’ex Peluso e compagni. Alla ripresa un’azione tambureggiante, Mandzukic non aggancia e Pogba calcia fuori. Cannavaro salva al limite, entra Alvaro Morata ma non la gira, sotto questa pioggia memorabile. Bello un destro di Cuadrado deviato da Pegolo. La Juve sale e mette gli emiliani all’angolo, in tutti i sensi. Però sono uno contro uno e basta, senza Pirlo nè continuità. Si continua così, con la Juve che si trascina e il Sassuolo che arretra e riparte. Per una sera non è stato zemaniano ma è 5°, 6 posizioni sopra la Juve. Scivolata a 11 punti dalla Roma. Ma ci stanno.