Vince il Chievo, perde la procura. Il -3 rappresenta un successo per i veronesi, che peraltro ricorreranno per vedere azzerata la penalizzazione, esattamente com’è riuscito al Parma. Quelle plusvalenze fittizie sono sostanzialmente trascurabili, per il tribunale federale nazionale, comunque è la prima volta che un club viene sanzionato per questo tipo di operazioni e il Chievo ha già pagato con un mercato in sordina, proprio come il Parma, poichè è difficile convincere giocatori ad arrivare, quando non si hanno certezze di categoria (il Crotone chiedeva la serie B) e neppure di penalizzazione. Tre punti significano una sconfitta in più, i gialloblù sono forse la squadra più debole della serie A, a gennaio comunque si rafforzeranno e mantengono la possibilità di salvarsi, in fondo in questo millennio sono finiti in cadetteria una sola volta.
Il presidente Luca Campedelli se la cava con tre mesi di inibizione, nulla rispetto ai 36 richiesti dal procuratore Pecoraro, che voleva una penalizzazione di 15 punti. E’ il rituale del calcio italiano, anche con l’ex procuratore Palazzi, le richieste di pena sono elevate, i 2-3 gradi di giudizio portano conseguenze minime. Al Chievo è andata bene, nel gioco della parti però si dichiara stupito e contrariato. «Siamo fermamente convinti – spiega l’avvocato Marco De Luca -, oggi più che mai, che la società abbia sempre agito con correttezza e trasparenza, mentre le indagini della procura non sono state fatte correttamente. Il tribunale è consapevole della debolezza della tesi accusatoria».
Anche per il vizio procedurale. «L’unico soggetto legittimato a firmare l’atto era il procuratore, che invece non lo ha fatto, né ha dedotto alcun impedimento, come previsto dal codice di giustizia sportiva».
Il Chievo era stato deferito per avere contabilizzato nei bilanci plusvalenze fittizie e immobilizzazioni immateriali di valore superiore al massimo dalle norme che regolano i bilanci delle società di capitali. “Condotte finalizzate a far apparire un patrimonio netto superiore a quello esistente alla fine di ciascun esercizio e ciascun semestre, così da ottenere la licenza per l’iscrizione ai campionati dal 2015-2016 alla scorsa stagione. Il Tfn ha accolto la tesi accusatoria, sanzionando con 3 punti da scontare in questo campionato e un’ammenda di 200mila euro. Un mese e mezzo di inibizione per gli altri due Campedelli in società, il fratello del presidente, Piero, e lo zio Giuseppe, entrato negli anni ’70, e poi per i Cordioli, Michele e Antonio.
Il tribunale ha stabilito di non procedere nei confronti del Cesena perchè l’assifiliazione è stata revocata, i romagnoli ripartono dalla serie D con un’altra società, mentre il mese e mezzo è andato a Guido Aldini e a Samuele Mariotti.
Il Crotone sperava di subentrare al Chievo in A, come il Palermo nei confronti del Parma, il presidente Gianni Vrenna parla di sentenza a dir poco ridicola. «Vengono truccati i bilanci per tre anni e si prende solo un punto di penalizzazione a stagione, è una barzelletta, un’altra brutta storia del calcio italiano. Era studiato a tavolino, allungare i termini a settembre per arrivare a questa sentenza. Noi siamo una società molto piccola e quando costruiamo una squadra stiamo attenti ai bilanci, cerchiamo di essere regolari. Non c’è parità, se dobbiamo competere con un club dai bilanci truccati».
I calabresi confidano che la procura federale si appelli, potrebbero ricorrere. «Ma già prima non avevamo reali chances di tornare in A».
Vanni Zagnoli
Da “Il Gazzettino”