L’unica vera novità introdotta nel campionato di serie A 2005/16 e’ il gol tecnology che, a mio avviso è una buona cosa, e toglierà agli arbitri la patata bollente del gol fantasma.
Il capo degli arbitri Nicchi ha dato disposizioni precise: basta con le proteste, basta con gli accerchiamenti, mala abitudine tutta italiana, agli arbitri, tolleranza zero per le proteste verbali.
Le prime due giornate di campionato, ce in particolare la partita Roma -Juve invece ha dimostrato che nulla è cambiato.
Le disposizioni arbitrale, le regole da sempre, dicono che solo il capitano a gioco fermo e con le dovute maniere,c si può rivolgere all’arbitro per chiedere spiegazioni.
La partita arbitrata, o meglio, pilotata da Rizzoli, ha dimostrato che queste regole valgono, ma non per tutti, le grandi squadre, i grandi giocatori, sembrano che abbiano una dispensa papale e continuano imperterriti a fare quello che gli pare , e gli arbitri glielo concedono.
Vedere sempre, di continuo, ad ogni fischio , Chiellini , Bonucci , ora anche Pogba protestare e sbracciarsi, andando vicino all’arbitro con atteggiamenti sicuramente non amichevoli, non fa bene al calcio, e soprattutto ti da l’idea che qualcuno può e qualcuno non può.
Vedere Dzeko, già ammonito, esultare sotto la curva dopo il gol e non essere riammonito non si coniuga bene con l’ammonizione poi data il giorno dopo ad Alonso della Fiorentina, per lo stesso motivo.
Voglio dire che la gente è stanca di regole, o disposizioni, applicate ad personam.
Il direttore di Sky Fabio Caressa nella telecronaca di Roma -Juve ci ha messo un tempo per dire che era rigore, quando dal secondo replay era evidente, ma continuava a parlare di nuove regole, di interpretazioni e si capiva benissimo che cercava di barcamenarsi nel tentativo di non esporsi per non urtare nessuno.
Le regole ci sono, le disposizioni pure: arbitri, applicatele, senza se e senza ma, senza guardare in faccia nessuno. La gente vuole un calcio senza figli e figliastri: arbitrate, non pilotate nulla e il calcio sara più vero e più credibile.
di Vanni Puzzolo