di Vanni Puzzolo
Sotto riporto le motivazioni della Suprema Corte che si espressa su Giraudo. Credo e spero che, una volta per tutte, si possa mettere un tombale per tutti coloro che hanno continuato a dire che il campionato 2005/2006 era stato regolare.
Credo che il solo errore grave, in quell’occasione, fu assegnare lo scudetto all’Inter, ma non perché come qualcuno ha tentato di far credere che così facevano tutti, bensì perché quel titolo non doveva essere assegnato. Come lo scudetto della stagione precedente: anzi doveva essere scritto in chiaro, lo scudetto della vergogna quest’anno non viene assegnato.
La sentenza si riferisce alle posizioni di chi come Giraudo ha scelto di essere processato in abbreviato, mentre altri, come Luciano Moggi, hanno optato per l’ordinario, in Cassazione con gli stessi giudici . Chiude il processo penale annullando il verdetto di appello, ma conferma le condanne al risarcimento dei danni a favore delle parti civili, tra cui Giraudo a favore del Bologna, rappresentato dall’avvocato Bruno Catalanotti, legale che ha diffuso stralci delle motivazioni.
Commentando, sarcastico: “Serve altro per indurre i responsabili a risarcire le societa’ ed a ‘chiudere’ questa triste vicenda?”
I giudici hanno respinto i 13 motivi di ricorso di Giraudo, rilievi difensivi diretti a smentire la sussistenza dell’associazione e il coinvolgimento diretto e consapevole dell’ex ad juventino: “Sono infondati” e in parte inammissibili.
Cconfutando un’argomentazione difensiva, la Corte scrive: “Sono proprio i diretti contatti tra gli emissari della società che avevano concorso a predisporre le griglie arbitrali e l’arbitro definitivamente sorteggiato, a costituire la prova dell’inquinamento complessivo del sistema” iniziato con la predisposizione delle griglie e dunque, “della piena operatività di un sistema ben organizzato costituito da soggetti a vario titolo e con vari ruoli, intenzionati a porre in essere condotte penalmente illecite dirette a influire sul campionato di calcio di serie A 2004-2005”.
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