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Arthur Antunes Coimbra detto Zico è in Giappone, fa il direttore tecnico del Kashima Antlers, ne era stato giocatore e anche allenatore. Ha 67 anni, è stato fra i migliori fantasisti di ogni tempo, con il Flamengo, prima e dopo i due anni all’Udinese. Con 48 gol in 71 gare, con la Selaçao ha disputato tre mondiali.
Zico, dopo Maradona se n’è andato anche Paolo Rossi…
“E’ un altro momento molto triste per il nostro futebol. Per me era un grande amico, ogni volta che ho avuto l’opportunità di ritornare in Italia ci sentivamo, ci siamo incontrati tante volte, anche in Brasile”.
Ricorda quando giocaste insieme?
“Benissimo. Era il 1979, a Buenos Aires, nell’anniversario del primo titolo dell’Argentina, nell’amichevole organizzata dalla Fifa, fra i campioni e Il Resto del Mondo. Di là c’era già Maradona”.
Anche se non aveva giocato i mondiali, segnò nel primo tempo.
“E Paolo giocò dall’inizio, assieme a Cabrini, a Causio e a Tardelli, io entrai nel secondo tempo, assieme a Toninho Cerezo. Rimontammo per 1-2, con anche un mio gol”.
Pablito fece piangere il Brasile, con quel 3-2 del mundial 1982.
“Era un fenomeno del calcio, al quale sono rimasto legato tanto, nonostante avesse firmato l’eliminazione della migliore espressione che la Seleçao avesse mai avuto. Era un grande professionista, un super cannoniere, con quella tripletta entrò nella storia del calcio mondiale”.
Quel giorno fu il miglior Rossi di sempre?
“In Argentina ’78 era stato più continuo e sorprendente, a 22 anni. In Spagna l’Italia non partì bene, firmò un crescendo anche grazie ad altri grandi giocatori: Zoff, Scirea, Cabrini, Conti. Gli azzurri non erano soltanto Pablito”.
Come sbocciò il vostro rapporto fuori dal campo?
“Abbiamo condiviso pure una vacanza, in Sardegna, con le nostre famiglie, si giocava con i figli. Era una persona molto cara, generosa”.
Quando vi siete visti, per l’ultima volta?
“Fu a una premiazione, un anno e mezzo fa, in Toscana, a Castiglion Fiorentino, vicino a dove abita la famiglia”.
E la vostra ultima volta insieme in Brasile?
“Era venuto nel 2018, a casa mia. Cenammo insieme, venne a registrare due interviste per il canale youtube di uno dei miei figli, Arthur Antunes Coimbra junior, restò tre settimane e mezza e consolidammo l’amicizia”.
Tante foto testimoniano quegli incontri, ci fu anche la collaborazione fra le vostre due accademy.
“Un piacere reciproco, anche per i nostri tecnici”.
Cosa ci resterà del sorriso di Paolo Rossi?
“Questo è un momento molto, molto triste, per la gente che vive di calcio, ma non solo, in molti posti del mondo era notissimo. Ora spero riposi in pace, che i suoi familiari possano essere confortati da Dio e che anche agli amici passi la tristezza, pensando ai tanti bei ricordi che ci ha lasciato, nel passaggio da questa terra all’al di là”.
v.zagn.
Da “Il Calciatore”