Giornalisti. L’indimenticabile Dante Ciliani, de Il Messaggero, Terni.

Dante Ciliani era al Messaggero, Umbria, prima a Terni
Dante Ciliani era al Messaggero, Umbria, prima a Terni

 

(v.zagn.) Ho letto su Alganews, pochi giorni fa, della morte di Dante. Un caro amico. Mi aveva valorizzato, su Il Messaggero, pagine di Terni. Era un personaggio simpatico, al telefono, da metà fine anni ’90 al decennio scorso ci sentivamo con una certa regolarità, con la sua redazione.

Grande personaggio. Ultima pubblicazione forse un anno fa. Mi mancherà. Un grande personaggio.

http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/CRONACA/terni_morto_dante_ciliani_giornalista_messaggero_presidente_odg_umbria/notizie/1564680.shtml

In questi mesi sospesi, dal momento del ricovero, abbiamo avuto il tempo di attaccarci a qualche speranza e a molti ricordi. Oggi Dante Ciliani, 59 anni, capo della redazione del Messaggero di Terni e presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Umbria, un passato nel sindacato dei giornalisti non c’è più. Ha chiuso l’ultimo giornale il 7 di giugno scorso, lasciando una mail ai colleghi per ricordare i pezzi rimasti in sospeso, le conferenze in programma e la promessa di passare in redazione l’indomani, dopo aver smosso la terra della vigna.

Invece, all’improvviso, ha dovuto cominciare un altro percorso, tutto in salita. Una salita troppo ripida anche per un appassionato di bicicletta e di corsa come lui. Scrivere di lui non è facile.

Anche oggi Dante ci verrebbe a cancellare ogni riga che sapesse seppure da lontano di retorica e piaggeria. Prenderebbe tutte le stampate delle agenzie che parlano di lui e ne ricordano l’impegno nel mondo del giornalismo umbro, dalla presidente della Regione, Catiuscia Marini, al cardinale Bassetti, al Sottosegretario all’Interno Gianpiero Bocci, e le butterebbe nel cestino: “Parolai”, ma, forse, gli scapperebbe anche un sorriso: al suo lavoro ci teneva moltissimo.

Noi che abbiamo diviso ogni giorno il lavoro, i pranzi, l’impegno nei confronti della città e dei lettori, a volte anche le disillusioni per certe derive di questo mestiere, ma anche tanti momenti leggeri, possiamo dire con certezza una cosa: ogni persona che lo ha conosciuto prova, per un qualsiasi motivo, grande o piccolo che sia, gratitudine nei suoi confronti. Per i consigli sul lavoro, per la generosità verso chi era in difficoltà, per il confronto aperto e il sorriso, per il suo modo di lavorare. Per il suo vizio di tenere aperte le porte della redazione a tutti, di ascoltare tutti. Valorizzare i nostri pregi e considerare i nostri difetti come con benevolenza e ironia.

Così gli amici veri non gli sono mai mancati e sono rimasti fino alla fine, standogli al fianco ogni giorno, anche in quelli del declino: una condizione che non è da tutti.

Come non gli è mai mancata la sua famiglia: il fratello Carlo con la moglie, il nipote Luca, di cui andava orgoglioso come se fosse il figlio che non aveva avuto, i genitori, la madre che gli ha fatto compagnia con la stessa tenerezza, ne siamo certi, di quando era bambino in tante ore di questa durissima salita.
”Mi raccomando: la nostra forza è essere credibili nei confronti della città. Gli scoop contano poco, conta la qualità. Noi dobbiamo fare il giornale a un buon livello tutti i giorni: dalle aperture alle brevi”.

E se il lavoro per lui è stato molto, tanto che l’anno scorso fu rieletto per la terza volta Presidente dell’Ordine dei giornalisti, anche l’amore per la sua famiglia, la sua Amelia e i legami con la terra erano fortissimi. Tanto che già pensava a quale vino produrre una volta andato in pensione. Ha avuto una vita ricca: di amici, di soddisfazioni e riconoscimenti, di viaggi, anche avventurosi, come quelli in Sud America, la sua passione che avrebbe voluto rispolverare ben presto. Metà della sua vita l’ha passata in redazione, mantenendo sempre una certa leggerezza, curioso e divertito di vedere come andava a finire una storia, cosa c’ero dietro a una notizia, cosa si nascondeva nei palazzi della politica. I funerali di Dante – sembra impossibile scriverlo, eppure è così, si terranno oggi alla chiesa di San Francesco (camera ardente già aperta all’Hospice Le Grazie in viale Trento), nel quartiere dove abitava, officiati da don Fernando, un prete che lui stimava per essere sempre in prima linea.

Per quanto ci riguarda, noi, la sua redazione, non gli daremo mai l’ultimo saluto. Lo saluteremo ogni giorno, dalle pagine del giornale. Cercando di farlo al meglio, mettendo la stessa attenzione nello scrivere sia l’apertura sia le brevi.
LE REAZIONI
«Dante Ciliani – è scritto in una nota dell’Ordine regionale dei giornalisti dell’Umbria – ha ricordato una nota dello stesso Ordine umbro – è stato presidente per tre lustri con dedizione quotidiana, spirito innovatore e totale disponibilità nei confronti delle esigenze dei colleghi. L’ordine ne ricorda la caratura umana prima che quella professionale, che negli anni, insieme alle doti di competenza e preparazione specifica, lo aveva fatto diventare un insostituibile punto di riferimento della categoria».

Il direttivo del Gruppo umbro dell’Ussi, anche a nome di tutti gli iscritti, in una nota esprime «profondo cordoglio per la scomparsa del collega Dante Ciliani, presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Umbria e anche iscritto a questo gruppo, al quale non ha mai fatto mancare impegno, dedizione e professionalità. L’Ussi Umbria è vicina ai familiari di Dante Ciliani, ai quali formula le più sentite condoglianze».

La presidente Donatella Porzi, anche a nome dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, esprime «profondo cordoglio e affettuosa vicinanza alla famiglia e ai giornalisti umbri per la prematura scomparsa di Dante Ciliani, presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Umbria. La nostra istituzione rende omaggio – dice Porzi in una nota – ad un professionista dell’informazione attento e appassionato, che in questi anni ha espresso il suo generoso e autorevole impegno anche nelle associazioni di categoria dei giornalisti, per tutelare e qualificare sempre più una professione che costituisce una funzione essenziale nella vita democratica della nostra comunità civile».

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