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Personaggi e interpreti. Il campione del mondo Toni e il ds Filippo Fusco, mister Pecchia e il portiere Nicholas; il presidente Setti, Cassano e Pazzini. Un anno e mezzo fa, il Verona retrocede nonostante la 6^ tifoseria italiana, considerate anche le trasferte, con Mandorlini e poi Delneri. Per risalire, complice il paracadute, ha un budget da A e Luca Toni lo fa notare: “Facile essere promossi così”. “Qui comando io”, la replica del ds. E l’ex centravanti, capocannoniere a 38 anni, in gialloblù, dopo una sola stagione da dirigente, sbatte la porta e accusa Fusco in conferenza. Il montestipendi gialloblù è di 22 milioni, il quartultimo di A, e la rosa è costruita male. Cassano è durato 10 giorni, ancora non ha ritrovato pace, ovvero una squadra che gli vada bene. Magari aveva intuito la vulnerabilità dell’Hellas. Anche senza Cerci, comprimario da un biennio. Fabio Pecchia si assume ogni responsabilità (“Vorrei avere la bacchetta magica”), il problema è chi lo ha scelto. A Gubbio fu esonerato, al debutto in B, da vice di Benitez non incideva, a maggio rischiò di perdere la promozione. Ma perchè non ha cambiato portiere? Nicholas è spettacolare quanto paperone, concede il primo gol in viola a Simeone, respingendo male il destro di Benassi, e atterra Chiesa. Con il Napoli e a Crotone esclude Pazzini, capocannoniere della B e capitano: Pecchia è abile nell’intrecciare amicizie, fin da giocatore, ma persino autolesionista, in panca. La squadra ha qualità, ma sa contener.e. Lo 0-5 è degno della retrocessione anticipata, del ’90, con Bagnoli. Rianima la Fiorentina più debole della gestione Della Valle, con tre nuovi marcatori. Felici per Pioli.
Vanni Zagnoli