La versione integrale del commento uscito oggi su Il Giornale di Sicilia, partendo dal ritorno al successo di Contador.
Contador ha vinto la Vuelta, onorando il pronostico e il sardo Aru con il quinto posto di fatto è il miglior corridore italiano della stagione nelle grandi corse a tappe, perchè al terzo posto al Giro abbina il quinto in Spagna.
Ma il dilemma è aperto. Contador è credibile, come vincitore, con quella storia di doping alle spalle? Questo mese risalgono alla ribalta campioni fermati per uso di sostanze proibite.
Il croato Marin Cilic si aggiudica gli Us Open di tennis dopo 4 mesi di stop, Justin Gatlin ha trionfato sui 100 e poi 200 metri, nella finale della Diamond League nonostante un quadriennio di squalifica; il nuotatore brasiliano Cesar Cielo autografa la miglior prestazione stagionale sui 50 stile libero dopo una sospensione di tre mesi.
Nello sport il sospetto corre più veloce dei record e l’evoluzione dei trucchi anticipa i sistemi antidoping, perciò è legittimo un pregiudizio sulle imprese di chi ha un passato da baro, magari però non tornerà più da medici o farmacisti discussi.
Un anno fa, il tennista Cilic venne sospeso per nove mesi, la condanna però era retroattiva e partiva da maggio: aveva assunto nikethamide, supplemento di glucosio proibito dalla Wada, l’agenzia mondiale anti-doping. “Era contenuto – si difese – nelle zollette di zucchero comprate da mamma in Francia”.
Sarà, ma come spiegazione fa sorridere. Anche Contador si affidò alla tesi dell’assunzione involontaria: “Il clenbuterolo era nella carne di manzo proveniente dai Paesi Baschi”. Il controllo fatale avvenne al Tour de France vinto nel 2010, la sentenza del Tas (tribunale internazionale) venne emanata nel febbraio ’12, due anni di squalifica con valore retroattivo, così gli levarono anche la maglia rosa dell’11, perchè c’erano anche microscopiche particelle di plastica (ftalati) che facevano supporre una ‘pulizia’ del sangue attraverso sacche di plasma “lavato”.
Tre anni fa, il brasiliano Cielo risultò positivo al furosemida, un antidiuretico, dopo una gara a Rio de Janeiro. La colpa venne affibbiata al solito integratore che nasconde la sostanza, la federazione brasiliana si limitò a un’ammonizione, eludendo persino le indicazioni della Fina che propose 3 mesi. Comunque non saltò quei campionati del mondo (2 ori), non Londra 2012 (bronzo), mentre nel 2013 vinse due ori iridati.
La vicenda di Gatlin è più vecchia, nel 2006 fu positivo al testosterone, all’epoca era il più forte velocista al mondo, primatista assieme ad Asafa Powell. Venne squalificato subito a 8 anni, poi dimezzati. L’anno scorso battè Bolt al Golden Gala di Roma. Era già incappato nell’antidoping nel 2001, ai mondiali juniores, con lo stop per un anno, anzichè due, perchè l’anfetamina era contenuta nei medicinali prescritti contro i deficit di attenzione, assunti per un decennio. L’americano non è invitato in alcuni grandi meeting (Zurigo, Amsterdam e Berlino) perchè non invitano chi abbia scontato più di due anni di stop. Ora, Contador ha vinto, viva Contador. Però è davvero pulito?