BOLOGNA. Roland Sallai non si fida del proprio inglese, teme fraintendimenti e allora affidiamo il colloquio a un giornalista ungherese, presente con una troupe molto dinamica nella mixed zone del Dall’Ara. La nostra domanda è in inglese, il collega traduce e Sallai risponde. Sono venuti in tre, anche per Norbert Balogh, e i due ungheresi si raccontano in magiaro, sorridono per stemperare la tensione di una classifica inquietante, in patria sono idoli, perchè la serie A è sempre la serie A, anche se l’attaccante di 20 anni trova poco spazio.
“La sconfitta di Bologna – sostiene Sallai – è inspiegabile, nel senso che è difficile da giustificare, dopo un’ora di equilibrio. Capita spesso di uscire sconfitti, nonostante buone prestazioni, di subire reti. Dobbiamo cercare di migliorare verso la prossima partita, con la Lazio. Occorre fare meglio, per avere speranze di salvezza”.
Il rischio è che finisca come 4 anni fa o perlomeno di soffrire ancora più della scorsa stagione.
“Non dobbiamo pensare al traguardo finale, bisogna veramente pensare gara per gara, evitando di andare giù di morale per questa sequenza di risultati negati. E’ indispensabile dare tutto e tutti, per rimanere in serie A. Stiamo su, in ogni senso”.
Il presidente Maurizio Zamparini considerava De Zerbi già quasi ai livelli di Guidolin, il miglior stratega dei suoi 30 anni di pallone.
“E’ un mister molto passionale, vive la partita in maniera più emozionale, si differenzia rispetto all’allenatore precedente e questo per noi giocatori è positivo. Può restare a lungo in questo team e anche portarci lontano”.
Insomma è la classica iniezione di fiducia di prammatica al condottiero, giovane in proporzione quanto loro.
Fin qui il Sallai sull’attualità, il resto è colore, il racconto di Palermo e del Palermo, in parallelo con Balogh. Sorridono, così esili e anche un po’ spauriti, di fronte al nostro registratore. Captiamo che entrambi hanno fiducia vera nella salvezza, Balogh spera in maggiore spazio, è evidente che deve rafforzarsi sul piano fisico, con la statura da cestista ma il corpo da saltatore in alto. Sallai discetta di tempo libero, fra inquadrature fantasiose, è a suo agio di fronte a quelle telecamerine danzanti, prende il microfono e saluta gli ungheresi, indugia volutamente, per smaltire le 6 sconfitte in sequenza e anche la sostituzione. I due incrociano Dzemaili e Viviani, goleadors rossoblù, il saluto è un po’ frettoloso, la coppia padrona di casa ha un lieto fine da raccontare. Sallai e Balogh si giocano la loro Italia convinti, aspettano il primo hurrà personale. “Ma davvero conta di più l’interesse di squadra, il gruppo è buono, ci troviamo bene, teniamo alto il morale”.
E’ dura, con quel -4, è una fortuna che liggiù perdano tutte e di brutto, Crotone e Pescara, Empoli e Sassuolo (che stava vincendo 0-2 a 7’ dalla fine), Udinese e Cagliari, anche il Genoa. “Insomma siamo tutte ancora lì – osservano in coro i magiari nel loro ugrofinnico -, c’è lo spazio per risalire”.
Ringraziano e salutano, Balogh in italiano, con molta educazione. Faranno strada, ma non è detto con il Palermo, perchè a gennaio potrebbero perdere posizioni e chiedere di essere ceduti.