La prima edizione de Il Giornale di oggi, con la vigilia della 2^ fase dei mondiali di volley
Silvia Gilioli
All’Italia servono almeno 3 vittorie piene, per sperare di raggiungere la 3^ fase dei mondiali di pallavolo. L’impresa è disperata, considerati i limiti evidenziati nel girone, passato con il quarto posto a pari merito con il Belgio, solo grazie alla vittoria in più.
Con Berruto, gli azzurri sono sempre saliti sul podio, escluso tre volte: arrivarono sesti nella World league 2011, all’11° posto l’anno successivo e quarti in coppa del mondo, 3 anni fa. Adesso servirebbe un miracolo, per rientrare fra le prime 3 del girone e persino 10 punti potrebbero essere insufficienti.
Non c’è più Zaytsev, tornato a Roma per curare la distorsione alla caviglia, neanche rientrerà per il fine settimana, a Bydegoszcz, per le sfide con Argentina e Australia, e il rischio è che l’Italia sia già fuori dai giochi dopo le due gare di Lodz. Oggi, alle 16,40 (Raisport2), affronta la Serbia, che la superò nella prima finale disputata con il ct antropologo, tre anni fa, agli Europei, e che fra i titolari ha 5 protagonisti della serie A. Domani c’è la Polonia, non più allenata da Anastasi ma a punteggio pieno e sospinta da un pubblico da eventi calcistici. Berruto ha ruotato praticamente tutti e i giocatori, escluso Sabbi, che ora è l’alternativa a Vettori, nel ruolo di opposto.
L’Italia non vince il mondiale dal ’98, allora il ct era Bebeto. Dal Brasile la sua disamina è impietosa: “All’epoca il campionato italiano era come l’Nba, adesso il livello è sceso molto e complica il lavoro dell’allenatore. Seguo la manifestazione con un pizzico di angoscia, la pallavolo è la mia vita e il movimento è in calo”.
Le classifiche dopo la prima fase. Pool E: Polonia 9; Francia 7; Serbia 6; Iran 5; Usa 4; Argentina 3; Italia 2; Australia 0. Pool F: Brasile 9; Russia 8; Germania 6; Bulgaria e Canada 5; Finlandia 2; Cuba 1; Cina 0.