L’integralità del racconto per il Giornale
Vanni Zagnoli
E’ il rinascimento del Parma, alla seconda promozione in sequenza, dopo la retrocessione in B e il fallimento, non il ritorno in cadetteria dell’Alessandria a distanza di 42 stagioni. Il 2-0 fa esplodere i 6mila arrivati dalla provincia ducale contro i 3500 giunti a Firenze dal Piemonte. Questione di vicinanza e anche di passione, perchè come abitanti siamo lì, 431mila nell’Alessandrino contro i 447mila parmensi.
La finale playoff di Lega Pro si decide in fretta. Lucarelli (unico superstite della A) sbaglia, Gonzalez spreca l’opportunità migliore per i grigi, aveva segnato la doppietta alla Reggiana in semifinale. All’11’ Calaiò si gira sul fondo, aggira Gozzi e crossa, è Manuel Scavone di testa ad anticipare Cazzola e Branca per il 5° gol stagionale. Calaiò ha un’altra chance, è dominio emiliano. La ripresa sarà più equilibrata, chiusa da Nocciolini, a bersaglio grazie a un rimpallo. E allo scadere l’espulsione di Gozzi, su Giorgino.
Ai 37 gradi dello stadio Franchi è assurdo giocare alle 18 e allora la Lega Pro prevede due timeout di 2’, mentre all’intervallo gli idranti servono a rinfrescare gli spettatori. E’ l’occasione per guardare verso la tribuna, con Stefano Pioli, parmigiano del sasso, come si definisce, e Crespo, futuro vicepresidente, per la Desports, il gruppo cinese che salirà al 60%. Pioli esulta perchè iniziò in maglia crociata, a 17 anni, prima di passare alla Juve, Hernan Crespo è stato primattore di 3 degli 8 trofei conquistati dal Parma nell’èra Parmalat. All’epoca gli artifici contabili erano iniziati proprio nel ’90, con la prima promozione in A, adesso c’è un’identificazione totale con i crociati, seguiti anche dal sindaco grillino Pizzarotti, al ballottaggio con Paolo Scarpa. Il Parma era la squadra più forte del girone B di Lega Pro, arrivata però a 10 punti dal Venezia di Pippo Inzaghi, altro grande rivelatosi in Emilia. Il finale di stagione regolare era stato inquinato dalle vincite sospette a Pozzuoli, per lo 0-2 con l’Ancona, l’inchiesta è evaporata. Conta il campo e questo premia il Parma, che in semifinale con il Pordenone era stato favorito dall’arbitro ma nell’ultimo atto soffre nulla. Bello, nel suo piccolo, come quando dominava in Europa.