Il vantaggio di Meggiorini, di precisione
Maran sta facendo fin troppo al Chievo, terzo. A Catania arrivò ottavo, in gialloblù firma due anni solari splendidi. Non ha grande qualità eppure vince a Pescara nell’ultimo quarto d’ora, quando la gara è incanalata sulla parità. Vive dell’interpretazione collettiva, della ferocia del pressing di Hetemaj, finnico tra i migliori al mondo, nella rincorsa alla palla e agli avversari.
Il Pescara gioca molto meglio di una matricola media, però davanti è leggerino, con l’interista Manaj non così pronto per essere titolare in A e comunque migliore del sostituto Mitrita. Senza i tre punti a tavolino con il Sassuolo, gli abruzzesi sarebbero in zona retrocessione, nonostante la propulsione di Memushaj, altro albanese, e dall’ex Biraghi. La partita è gradevole, quando il ritmo scende i veronesi diventano spietati: capitan Memushaj perde palla (all’Olimpico aveva sbagliato il rigore sullo 0-0), Birsa trova Meggiorini, che salta Bizzarri e realizza. Il raddoppio è sul break di Castro, sempre decisivo, e volatina di Inglese. Il paziente inglese, come il famoso film.
Vanni Zagnoli
PESCARA (4-3-2-1): Bizzarri 6; Crescenzi 5,5, Campagnaro 5,5, Fornasier 5,5, Biraghi 6; Memushaj 6, Brugman 6 (38′ st Muric sv), Verre 5; Benali 6 (29′ st Cristante 6), Caprari 6,5; Manaj 6,5 (22′ st Mitrica 5). All. Oddo 5,5.
CHIEVO (4-3-1-2): Sorrentino 6; Frey 5,5, Dainelli 6, Spolli 6, Gobbi 6; Castro 6,5, Radovanovic 6, Hetemaj 6; Birsa 6,5 (35′ st Rigoni 6); Inglese 6 (46′ st Parigini sv), Floro Flores 5 (17′ st Meggiorini 6,5). All. Maran 6,5.
Arbitro: Manganiello 6.
Note: ammoniti Frey, Spolli, Brugman, Dainelli. Angoli: 11-5. 10mila spettatori.
A cura di Francesco Delendati