Via libera ai trans, nella pallavolo femminile italiana. Ora in A1 e A2 chiunque può imitare Palmi, che il mese scorso ha tesserato la brasiliana Tifanny, sino a pochi mesi fa riserva in Belgio, ma come uomo. Visibilmente mascolina, incide parecchio sulle due vittorie delle calabresi (anche su Brescia, che aveva contestato il tesseramento), a fronte dell’unica sconfitta.
La federvolley si esprime rapidamente, sollecitata dalla Lega, che aveva fermato la ricerca di trans: “Unico criterio per indicare la categoria, maschile o femminile, è il livello del testosterone. E il test spetta al medico federale”. Non alla Lega, che aveva prospettato di seguire i controlli. E’ la prima questione spinosa per il nuovo presidente Bruno Cattaneo, succeduto al parmigiano Magri, in carica dal ’95. “Consultiamo l’istituto di scienza dello sport del Coni e applichiamo il “sex reassignment and hyperandrogenism”, pubblicato dal Cio nel novembre 2015, tramite il quale il sistema sportivo si allinea alle moderne norme sul genere: perchè sia donna, un’atleta per un anno intero deve avere il testosterone non superiore a 10 nanogrammi per litro”. Il passaggio di Tifanny alle femmine fu autorizzato dalla Fivb. “Se il livello andrà oltre, verrà sospesa dalle competizioni per un anno”.
Fine dei dubbi, insomma. Ma adesso difficilmente club imiteranno Palmi, perchè in genere prevale il progetto tecnico e umano. I limiti agli stranieri servono sempre, per tutelare gli italiani. Ora saranno tutelare le donne “vere”?
Vanni Zagnoli