Damiano Tommasi viaggia sulle orme di Michel Platini. Totti lo candida per la presidenza della Figc, certamente ha l’appoggio dell’ex vice Demetrio Albertini, con cui ha organizzato gli oscar dell’Assocalciatori, e sullo sfondo resta sempre anche Abodi, per due volte presidente della B, adesso al Credito Sportivo e visto sempre in grandi rapporti con entrambi.
Dunque l’ex esterno veronese, di Negrar, a 42 anni, punta alla poltrona federale, come Platini arriva alla Uefa, dopo essere stato ct della Francia, a 37 anni.
Il presidente del Coni Malagò è perplesso, certamente sarebbe il primo ex nazionale (25 presenze e un gol sino al 2003) di un grande Paese calcistico alla guida della federazione.
“Tommasi è l’uomo giusto da cui ripartire – sostiene Totti, al Corriere della Sera -, è una figura giovanile trasparente, conosce il calcio”. “Francesco fa gli assist – raccoglie il barbuto ex centrocampista, in attività a San Marino, nella Fiorita -, bisogna capire dove vadano. Per statuto federale ci deve essere una componente che propone un nome, nessuno si autocandida. Se ci saranno le condizioni verrà il commissario, altrimenti ci organizzeremo per le elezioni. Anche la Lega è in stallo da mesi, mi auguro la quadra su una leadership forte”.
Si voterà il 29 gennaio, l’ha stabilito il presidente uscente Tavecchio, per evitare il commissariamento, restano due settimane per individuare i candidati. Il presidente della C Gravina è possibilista, su Tommasi: “Mi piacerebbe però capire i contributi che ciascuno vuole dare alla piattaforma programmatica. Vedo qualcosa di molto interessante da componenti buone”.
Ovvero la base.
Malagò non preme per il commissariamento: “Non ho sconsigliato la federcalcio di fissare la data delle elezioni, aspettavo solo che la Lega di A indicasse i propri rappresentanti, è rispetto nei confronti di tutte le componenti: vediamo se il 7 la riunione sarà decisiva per la Lega di A”.
Difficilmente Tommasi avrà l’appoggio dell’assoallenatori, con Ulivieri di recente si era scontrato: “Si incatenò contro Tavecchio – aveva ricordato il presidente dell’Aic -, ma non riconosceva Malagò come capo dello sport italiano, dal momento che chiedeva le dimissioni del presidente”.
Renzo Ulivieri aspetta un presidente della Lega di A, prima di ripartire: “Come principio sono contro il commissariamento della Figc, non è detto che sia obbligatorio solo perchè manca il 12%”. Ovvero la Lega di A.
Vanni Zagnoli