Con Montella i viola persero all’ultima giornata il passaggio al preliminare di Champions, a favore del Milan, mentre a maggio fa raggiunsero la finale di coppa Italia. Ecco, i doriani sono ora su quel livello. Mihajlovic li allena da un anno, stupisce il progresso rispetto alle 2 vittorie nelle ultime 23 partite della gestione Delio Rossi. Gongola il presidente Ferrero, in tribuna è molto più attore dei protagonisti dei suoi film. Quando venne nominato, la tifoseria temeva la retrocessione, ancora deve finire di pagare la società a Garrone, vuole risparmiare il più possibile ma intanto issa i blucerchiati al terzo posto, a tre punti dalla Roma.
Non è invece l’anno dei viola, poco spettacolari e fragili, neanche premiati dalle scelte di Montella. Rodriguez è fuori ruolo, Cuadrado alla peggior partita italiana, ma neanche è felice l’ingresso di Mario Gomez. Vincono l’aggressività e il rigore tattico dei liguri, in sofferenza solo a inizio ripresa.
La gara è appassionante e subito ci starebbe almeno la punizione a due in area, a favore di Okaka per l’ostruzione di Neto, è il primo errore dell’arbitro Giacomelli. Babacar e Okaka sono protagonisti, l’equilibrio è spezzato dall’ingenuità di Aquilani che tocca in area Palombo. E’ un rigore eccessivamente fiscale. Manca il capitano Gastaldello, padovano, Palombo eredita fascia e incarico di trasformare. Il penalty per la Fiorentina è pure dubbio, Palombo trattiene appena Babacar, in Italia questi contatti si fischiano raramente. Batte Rodriguez, centrale, Romero si conferma uno specialista: è vicecampione del mondo con l’Argentina, da titolare, a Genova aveva perso il posto.
Nel momento toscano migliore arriva lo spunto del ligure Rizzo, al primo gol in A. Dribbling su Rodriguez e Neto infilato fra le gambe. Prima dell’intervallo il 2-1 è del montenegrino Savic, di testa su angolo. Il secondo tempo è palpitante, Babacar sbaglia il pari, Ilicic lo avvicina. Entra Eder per Bergessio, il doriano meno brillante, e chiude la partita: ruba palla al lento Pizarro, tradito dal terreno, vola per 60 metri, si beve tre difensori e conferma sprint qualità da Champions. Romero salva il risultato, anche dagli arrembaggi del veneziano Pasqual. Samp sbalorditiva, come l’esplosione di Okaka.