Il Gazzettino, Pordenone. I ramarri e lo stadio più decorato della Lega Pro: al Tardini hanno assaporato 8 coppe in un decennio. I neroverdi della zona (Sassuolo) e d’Italia (Chieti e Venezia, prima della fusione)

L’ingresso monumentale dello stadio Ennio Tardini di Parma

Parma
Alle volte i pronostici vengono rispettati. In estate il dualismo per l’unica promozione era fra Venezia e Parma, a due terzi di campionato si va verso questa diarchia, con il Pordenone per il momento in scia e virtualmente secondo. “Ma durarala?”, dicevano i vecchi emiliani? Durerà? Perchè il potenziale delle prime due è superiore ai ramarri e il 2-2 forse lo conferma. Entrambe sono pragmatiche e talentuose, dotate di una buona panchina e allenatori giovani. Inzaghi è alla 2^ esperienza, da 7,5 dopo il 4,5 al Milan, D’Aversa alla terza: 7 al debutto nel Lanciano, dove iniziò da team manager, 5,5 la seconda, esonerato e poi gli abruzzesi retrocedettero ai playout. Ecco, nel calcio italiano di vertice Roberto D’Aversa, 42 anni, ex centrocampista di Mantova e Siena, è un’eccezione, assieme a Di Francesco (Sassuolo), entrambi hanno iniziato da dirigenti, Eusebio alla Roma e adesso è bandiera dei neroverdi, simpatici come i ramarri e lo stesso Chieti, compagni di tinta. Due mesi e mezzo fa subentrò ad Apolloni, il gioco è da 6/7, i risultati da 7,5, in precedenza i punti erano da 6, il gioco da 4,5. Via anche il dt Minotti (commentatore di Skysport) e il ds Galassi per Daniele Faggiano, ex Palermo.
Il ds arancioneroverde Perinetti rivelò a noi il budget estivo complessivo di 6,5 milioni: “Ma se serve Tacopina mi autorizzerà un ritocco”. Sicuramente c’è stato, idem nel club crociato, dopo i 7 soci non immaginavano di dover cambiare anche il presidente, Nevio Scala, per solidarietà con Apolloni. Il presidente non c’è, regge il vice Marco Ferrari, ex giornalista, anche a Mediaset.
Domenica il Pordenone giocherà per la prima volta in uno degli stadi più zeppi di trofei d’Italia, 8 coppe, fra il ’92 e il 2002. Anche al Mapei (Reggio), all’Eugeneo (Padova) e al Dorico (Ancona) c’è stata la serie A, ma la storia del Parma è unica. Nessuna provinciale ha vinto tanto, almeno nel dopoguerra, con grande indebitamento, che aveva agevolato il fallimento della Parmalat. Poi il crack Ghirardi e Leonardi, ma adesso c’è solidità. “Mettiamo in preventivo di non salire subito – diceva Ferrari -, ma il margine per rientrare c’era”
Vanni Zagnoli

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