Vanni Zagnoli
Fede e Greg, di nuovo, Greg e Fede. Lei a 29 anni è alla 15^ stagione di fila ai massimi livelli, staccò solo dopo Londra per qualche mese, a Tokyo avrà 32 anni e raggiungerà le 18 annate. A 23 anni, Paltrinieri è al top della carriera e nei 1500 metri imita la divina. Sono dioscuri acquatici, fulmini delle piscine. Draghessa e drago, con la miglior prestazione mondiale stagionale, sui 200 stile e lui sui 1500, a cui Detti rinuncia per i 200. Sono i trials mondiali, a Budapest Fede stravale il podio, mentre Gregorio è da oro, come sempre. Manteniamo troppa Fede,1’55”94, passaggi in 27”25, 56”50 e 1’26”08, verso l’8^ avventura iridata. Come solo il fidanzato Pippo Magnini, abile cuoco, a Masterchef. E’ felice Matteo Giunta, cui si attribuiva un flirt con la regina, come se mixasse preparazione e privato, senza rispetto per il cugino-compagno. Pellegrini insegue il 6° podio mondiale di fila nella gara del cuore, a compensare il 5° posto di Londra e il 4° a Rio.
“Le altre aiutano, impegnandomi – argomenta con quella voce gutturale, tantopiù a pulsazioni alte -, buon segnale per la 4×200. Nuoto veloce malgrado le gambe: se stai male (a Rio aveva il ciclo, imprevisto, in finale, ndr), devi comunque ottenere il massimo. Torno in vasca domenica per il campionato a squadre, la coppa Brema”. Argento alla friulana Alice Mizzau (1’57”77, ma il passi per l’Ungheria è a 09), bronzo a Stefania Pirozzi, oro nel 2014 agli Europei di Berlino.
Paltrinieri, dunque. L’abbiamo incontrato a Milano, alla Bridgestone, raccontava la vita da star, con vacanze assieme al guascone Tamberi, altista infortunato, ma in acqua mulina che è un piacere: 14’37”08. A Milano aveva perso l’imbattibilità da Detti (14’48”21), riparte in 3’52”34, 7’47”27, 12’42”45, 13’40”14, 14’09”33. “Se mi fanno arrabbiare – sorride – faccio vedere di cosa sono capace. Non avevo dubbi, sono tornato il vero Greg, a 3” dal mio record europeo. Non sono un robot, alti e bassi si accettano. In camera di chiamata, rifiuto le sensazioni. Se non arrivano i risultati sei infelice”. Argento per Acerenza, bronzo a Vanelli.
A nordest brilla Luca Dotto da Camposampiero, dopo l’oro nei 100 stile tocca al titolo dei 50 in 22”, davanti a Zazzeri, a 28 centesimi e a Vergani (30). Pass per questo trio, non per il bolognese Orsi, quarto.
Il filo di Arianna, anche senza Teseo, è il giochino di parole inevitabile per Castiglioni, bronzo europeo e finalista mondiale nei 100 rana in programma oggi. A 19 anni, 30”72, a due centesimi dal personale di Roma 2015, sarà in Ungheria con Martina Carraro (30”98), non con Scarcella.
Nei 200 misti, ex aequo per Turrini e per Claudio Fossi (2’00”43, il livornese era qualificato), 3° Sorriso. Nei 50 dorso vince Silvia Scalia in 28”47, 3 centesimi su Arianna Barbieri, già sul podio continentale, e 5 su Tania Quaglieri. Finchè c’è Fede è l’altro rituale linguistico per la staffetta, 4×100 mista dell’Aniene con il 54”36 della veneziana di Spinea, al 5° titolo nazionale di Riccione, in 4’02”42. Scalia apre in 1’01”79, Ilaria Scarcella passa in 1’08”14, Di Liddo lancia in 58”13. Seconde le Fiamme Gialle, poi i Carabinieri. Fra i maschi comanda l’Esercito con il record nazionale, 3’34”07 di Sabbioni (dorso, 54”57), Scozzoli (rana, 58”43), il giuliano Codia (farfalla, 51’39) e Izzo (stile, 48”68); bronzo per la fiamma gialla Toniato da Cittadella. Nel pomeriggio le ultime finali. Il totale è di 16 pass mondiali, per primaverili da 7 pieno, come emozioni. Ok, Ita-lia, canterebbe Edoardo Bennato.