La prima medaglia in Corea tra veneti e friulani è di Nicola Tumolero, di Roana, il paese vicentino di 800 abitanti, dove vive anche Enrico Fabris, l’eroe di Torino 2006, adesso suo allenatore. L’altro bronzo di ieri ha iniziato a pattinare a tre anni, è diplomato in ragioneria e alla prima olimpiade onora il titolo di campione europeo.
Il podio è inaspettato, sui 10mila metri, dopo l’8° posto dei 5mila, la sua distanza. Nell’ovale ghiacciato di Gangneung, il 23enne poliziotto accompagna l’oro (con record olimpico) del canadese Ted-Jan Bloemen e l’argento all’olandese Jorrit Bergsma, mentre è solo sesto, nell’ultima batteria, l’altro orange, Kramer, tre titoli olimpici. Rispetto a Fabris il cammino di Nicola è parallelo, nelle Fiamme Oro, con titolo continentale nella stagione in cui si rivela e poi il bronzo in apertura. Dodici anni fa, Fabris si regalò poi due ori, sui 1500 e nell’inseguimento a squadre. “All’epoca – racconta Tumolero – avevo 12 anni e stavo gareggiando. Lo vidi in tv e sbocciò la passione, con lui e Matteo Anesi come punti di riferimento. Ora mi aiuta molto sulla tecnica. Sui 5mila avevo scaricato la tensione, sono partito calmo per non scoppiare, anche se a 5 giri dalla fine avevo paura. Al crollo di Kramer ho cominciato a sperare”.
Lo supera al 17° km, per chiudere con il personale, 12’54”32, con miglioramento di 8 secondi. Il bronzo dà gioia alla famiglia, al completo a Pyeongchang: papà Diego e mamma Orietta hanno un negozio d’abbigliamento, sono arrivati con la sorella Alessia. “I nostri genitori pattinavano, mi iscrissero alla Sportivi del ghiaccio di Roana, solo 3 anni fa sono passato alle Fiamme Oro. La medaglia è soprattutto per nonna Margherita, che pure ci ha raggiunto qui”.
E’ la quinta in Corea, eguagliato il bottino di Vancouver 2010, siamo a metà rispetto alle speranze del Coni.
Fabris è vice del ct Marchetto, entrambi sui 10mila vedevano meglio Davide Ghiotto, studente di filosofia di Altavilla Vicentina, solo 12°, complice l’infiammazione a una caviglia.
“Sono partito senza aspettative riprende Nicola -, volevo solo fare del mio meglio, già qualificarmi è stato un traguardo”. Alla voce idoli ha Valentino Rossi, come tanti sportivi italiani. “Invece non seguo il calcio. Cammino in montagna per rilassarmi, faccio escursioni con gli amici in moto da trial”.
Alto uno e 70, è più piccolo di molti colleghi. La pattinata è leggera, scivola meravigliosamente sul ghiaccio, in quei 25 giri da urlo, con un secondo di margine sul sudcoreano Lee Seung-Hoon, quarto.
A Roana, suonano le campane, nella parrocchia di santa Giustina. Nicola sorride: “Venite a trovarci. Non abbiamo segreti, se non l’aria buona e la simpatia”.
Nella storia azzurra alle olimpiadi invernali, solo Fabris e Tumolero hanno conquistato medaglie nel pattinaggio velocità. Nelle settimane in cui i biancorossi rischiano ancora di non finire la stagione, in serie C, per i tifosi del Vicenza questo bronzo è una bella consolazione. Sorprendente quanto la coppa Italia del ’97. “Ma io non seguo il calcio”, chiosa Tumolero.
Vanni Zagnoli
Da “Il Gazzettino”