Il Gazzettino, Padova. L’atletica secondo Dino Ponchio, commosso a fine mondiali. “Padova e le delusioni, i grandi campioni e i ct. Il 74enne Locatelli”

Dino Ponchio (atleticalive.it)

La versione integrale e originaria dell’intervista uscita oggi sulle pagine sportive di Padova de Il Gazzettino

Vanni Zagnoli
“Professor Ponchio”. “Questa è la voce di Dino Ponchio”. Dagli scorsi mondiali, almeno, la Rai ospita il tecnico padovano, per la grande atletica. Alle olimpiadi fa molto Bragagna da solo, ai mondiali c’è spazio in onda per due voci tecniche, dunque Ponchio si alterna alla prima, Stefano Tilli.
Dino, intanto l’assente padovana, Chiara Rosa. Ha 34 anni, ma la Fidal non ha spinto per portarla: “Non è giovane”, osserva il dt Elio Locatelli…
“Non è stata a Londra perché non ha  fatto il minimo. Era 17,75, si è fermata a 17,30, quasi mezzo metro prima. Purtroppo non sono previste partecipazioni ad honorem. Nell’ultimo anno ha interrotto il rapporto con il tecnico Enzo Agostini, mantenendo ottimi rapporti personali, è giudata da Paolo dal Soglio. E’ tempo di pensare in prospettiva e anche al dopo carriera, perché l’atletica è una parte della vita non la vita. E’ iscritta a scienze motorie, con la prospettiva di fare la fisioterapista”.
Come giudica il mondiale di Yusneisy Santiusti?
“Ha fatto il minimo con gare calibrate, ben distribuite. Qui serviva un finale forte che non ha più. Ha fatto il suo dovere, senza infamia nè lode, resta a fine carriera”.
E le due delle Fiamme Oro, Ayomide Folorunso ed Erika Furlani?
“L’emiliana sui 400hs ha passato un turno nestamente, in semifinale si è dispersa. Ha buona personalità, ma ne deve fare di strada per essere al passo con le 20 migliori. Calma e
gesso prima di incoronarla reginetta”.
Già, a volte il personaggio è intrigante a prescindere dal risultato tecnico…
“Esattamente. Furlani, invece, è un talento futuribile. Si è affacciata con 1,84, salta 1,80 alla prima prova, sbaglia l’85, ci sta. E’ di prospettiva”.
Mancavano anche i due campioni d’Italia di salto con l’asta.
“Il regolarista Marco Piantella delle Fiamme oro ed Elisa Molinarolo, di Assindustria. Lei è giovane, pratica l’atletica da poco. Segnalo anche due junior: Andrea Forcato, ostacolista sui 400, di Assindustria, Laura De Marco, sui 3000 siepi, delle Fiamme.
Il vero talentino è Veronica Zanon, su lungo e triplo, della Vis Abano. E poi vicino c’è Laura Strati, uscita in qualificazione, del lungo”.
Ha deluso persino il personaggio più atteso, Van Niekerk.
“Avevo previsto vincesse i 400 senza record, al contrario dei giornalisti Franco Bragagna e Nicola Roggero, di Sky. Incidono le condizioni climatiche e pure la voglia di medaglie. Ha addirittura perso i 200…”.
Che voto dà alla manifestazione?
“Al pubblico, 11. 10 all’organizzazione per le gare, 5 per il deflusso, minimo un’ora e mezza. 9 per un livello medio elevatissimo. Niente record, ma voto complessivo al mondiale 8,5”.
Quale fu il più appassionante?
“Tokyo ’91, con la gara stellare del lungo: Mike Powell al record del mondo con 8,95 e Carl Lewis a 4 centimetri”.
Cosa manca all’Italia?
“L’ultimo salto di qualità dei talenti. Abbiamo sempre avuto grandi risultati con i giovani, molto spesso passando di categoria si perdevano. Con Stefano Baldini e il suo gruppo, si raggiungono gli stessi risultati se non migliori, ma senza forzare.
Dobbiamo recuperare la cultura tecnica degli allenatori che, se proprio vogliamo essere buoni, sono preparati tecnologicamente ma mancano assolutamente di esperienze e conoscenze “da campo”.
E il 74enne Elio Locatelli?
“Fa le cose per male! Era il mio slogan quando eravamo “cordiali nemici”, collaborai per ben 20 anni nel settore salti, sempre lui un “grado” avanti a me. Nel ’94 fu estromesso e così diventai commissario tecnico e poi dt. tecnicamente siamo uguali, come persone agli antipodi. E’ una soluzione ponte, il futuro è Baldini e giustamente ha rifiutato perchè deve ancora studiare”.
Si rimpiange il padovano Francesco Uguagliati?
“Da ct ha fatto il meglio che poteva. La governance Fidal era latitante (dunque l’ex presidente Arese) e lui si è ritrovato molto spesso solo. Il successore Massimo Magnani è molto bravo come allenatore di endurance, da dt ha mostrato forse qualche limite caratteriale”.

Ponchio si è commosso, al momento di saluti. “Grazie per avere vissuto un mondiale straordinario”. E’ l’atletica, straordinaria. Un po’ meno in Italia.

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