Il Gazzettino, nuoto. Il sensazionale oro mondiale di Federica Pellegrini, a 29 anni: “Adesso posso ritirarmi, almeno dai 200”. Malagò: “Ma cosa dici?”. “Sono in pace con me stessa”

Federica Pellegrini (liberoquotidiano.it)

La prima stesura, l’integralità del pezzo per Il Gazzettino

Vanni Zagnoli
E’ l’impresa sportiva dell’anno, forse del millennio, per l’Italia. Federica Pellegrini è oro mondiale a 29 anni (il 5 agosto), 7° podio di fila sui 200 stile libero. Eterna, immortale. “Adesso posso anche ritirarmi, sì, è stato l’ultimo 200 ai massimi livelli”.
Dunque, oro e addio alle grandi competizioni. “Continuerò per divertimento, via”.
Tutto in una volta. Beh, speriamo che Fede cambi idea, che tiri dritto sino a Tokyo 2020, lontana 3 anni, l’aveva quasi promesso. Oro, comunque, sensazionale. Vale quanto un argento olimpico? Fede è la più grande nuotatrice di ogni tempo ai mondiali ma non a cinque cerchi, dove vanta un solo alloro. Facendo una sommatoria, non solo emozionale, è la prima all time, considerando anche gli Europei. Per il trono dello sport italiano di ogni tempo, se la vede con Fausto Coppi e Valentino Rossi, con Alberto Tomba e Pietro Mennea, con Roberto Baggio e Marco Pantani, forse. Tra le donne, ha probabilmente messo la freccia definitivamente, su Valentina Vezzali, su Tania Cagnotto e Sara Simeoni. Sono confronti emozionali, istintivi. Quanto Federica.
Due volte quinta a Londra, quarta a Rio ma super iridata. Il giorno prima Simona Quadarella è stata bronzo sui 1500, pensavamo fosse la nuova Fede, ma a Budapest Fede è stato ancora più stupefacente.
Quarto tempo di ingresso in finale, la partenza accorta, in corsia 6, poi quella cuffia nera rimonta. Da quarta al podio, ma a 15 metri dalla fine è già prima. Vince d’imperio, con una bella bracciata di vantaggio. Infligge a Katie Ledecky la prima sconfitta ai mondiali, a 21 anni. Al massimo, si poteva competere per l’argento perchè quell’americana rossiccia era fuori portata. Ma quella vasca finale è un sussulto di emozioni, è vita e il bello dello sport, vale tutti i campionati del mondo magiari. Vale una scalata di Pantani e la rimonta di Mennea su Alan Wells, sui 200 di Mosca 1980. Federica è oro. Bastava un semplice bronzo ex aequo, arriva l’oro inebriante. Viene in mente l’argento olimpico del 2004, a 16 anni scarsi. Tredici anni fa. Ci sono Fede e Federer, via. Ci sono la mente, libera da obblighi, dal peso del pronostico, e quella nuotata potente e di classe. C’è il non rendersi conto di quanto avviene, durante e dopo. C’è l’araba fenice, una Fede che diventa fede, che vorremmo in gara chissà quante volte ancora. Dagli attacchi di panico a unica nata negli anni ’80, fra le nuotatrici in terra magiara.
Con l’oro al collo, intona l’inno: “Non avrei mai pensato che sarei riuscita a cantarlo, sul gradino più alto del podio”. La premia Giovanni Malagò, presidente del Coni e dell’Aniene Roma: “Ma cosa dici? – mi ha chiesto -. Non lo devi dire, che ti ritiri, ma nella mia testa penso questo, poi nella vita vediamo. Vorrei fare la velocista, magari ci ripenserò ma a caldo penso che sarà così”. 100, 50? Forse per divertimento, via. Propiniamo un unico, portabandiera bis, per le olimpiadi in Giappone.
“Per me – racconta la veneziana, di Spinea – è stato un anno incredibile, dopo la vasca corta. Ringrazio tutte le persone che piangevano dopo il quarto posto a Rio e che hanno pianto con me adesso. Grazie alla mia famiglia e al mio allenatore (Matteo Giunta, pesarese, cugino dell’ex fidanzato Magnini, ndr)”.

 

Related Posts

Leave a reply