Vanni Zagnoli
Il tris di Gregorio Paltrinieri è sudato, dopo trionfi in solitaria: “E’ più bello così, così dovrebbero sempre essere sempre le gare”. Il carpigiano è al secondo oro mondiale sui 1500, in mezzo il titolo olimpico. Solo due italiani si erano ripetuti, ai mondiali: Filippo Magnini sui 100 stile, nel 2005 e nel 2007, ma ex aequo, la Pellegrini sui 200 a Roma ’09 e a Shangai. Detti arriva quarto, a 5” dall’australiano Horton, bronzo, è una piccola delusione, il livornese però ammette: “Sono alla frutta, la stanchezza è troppa, dopo anche le staffette”.
Paltrinieri fa un signor tempo, 14’35”75, a meno di 5” dal record del cinese Sun Yang, che in qualificazione neanche si era presentato. E’ negli ultimi 200 metri che stronca Mikhailo Romanchuk, l’ucraino tocca in 14’37”14, con 10” e mezzo di margine sul bronzo. Sembra il gran premio dell’Hungaroring, insomma, solo che il secondo non è il gemello Detti.
Il re delle 30 vasche resta Greg, dà un pugno sull’acqua per liberare la tensione di favorito, che mai può fallire, arrivando a 2” dal suo record europeo. Ai 400 passa in 3’50″62, agli 800 in 7’45″57 e ai 1200 in 11’40”74, con l’ucraino sempre alle calcagna. Lo allontanerà definitivamente nelle ultime due vasche: “Sapevo che Misha sarebbe stato incollato – dice -, i giovani mi stimolano a fare meglio. Dopo gli 800 non volevo fare un’altra gara negativa. Ha vinto l’intelligenza, con tanti strappi in mezzo: ai 1200 ho messo giù la testa e tirato diritto, ma ero stanco morto. E per abbracciarci con Detti ci siamo dati una testata…”.
Aveva recuperato dalla batteria con il ghiaccio sui muscoli e in contatto con lo psicologo Paolo Benini.
Il personaggio di Budapest 2017 è l’americano Caeleb Dressel, 21 anni. Sul volto ha versetti del profeta Isaia, è uscito da un periodo buio grazie allo psicologo, si aggiudica il 7° oro grazie alla 4×100 mista, eguagliando il Michael Phelps di Melbourne 2007. Record mondiale sfiorato in 3’27”91 (con anche Grevers, Cordes e Adrian), argento Gran Bretagna, poi la Russia. In mattinata 11^ l’Italia, 3’34”11 con Milli, Martinenghi, il triestino Codia e Miressi, a mezzo secondo dalla qualificazione.
I 400 misti sono americani, con Chuck Baurle, in 4’03”84, non lontano dal primato di Phelps, argento all’ungherese Verraszto, 29 anni, bronzo al giapponese Seto, iridato uscente. Nelle qualificazioni, solo 14° Federico Turrini, 4’18”25: da bronzo europeo, a 30 anni cercava l’ultimo acuto, con il tempo di aprile sarebbe stato terzo.
Il bel francese Lacourt chiude a 32 anni, con l’oro nei 50 dorso, argento al nipponico Koga, poi l’americano Grevers.
Assieme all’americana Katie Ledecky, il volto femminile di questi mondiali è Sarah Sjostrom, 3 ori, un argento e due primati. Nei 50 stile, si prende la rivincita sull’americana di colore Simone Manuel, terza, e raggiunge gli 8 titoli mondiali, bronzo per l’olandese Kromowidjojo. I 400 misti confermano la magiara Katinka Hosszu, a 3” dal suo record di Rio, seconda la spagnola Belmonte, poi la canadese Pickrem.
L’Italia è sesta nel medagliere, con 4 ori, 3 argenti, e 9 bronzi, è il miglior mondiale di sempre. In totale sono 16 podi e con quelli sarebbe al quarto posto. Dominano gli Usa con 21 ori e 46 medaglie, poi Cina (12, 30) e Russia (11, 25). Ma i finalisti azzurri del nuoto sono appena 14