Resta una Juve settebellezze, nel senso che torna in poleposition per lo scudetto numero 7 di fila. Perdendo, sarebbe finita a -7 dal Napoli e avrebbe alimentato anche le speranze di Roma e Inter, con il più grande colpo degli ultimi campionati mortifica le ambizioni del presidente De Laurentiis.
Risolve Higuain, infortunato a una mano, naturalmente fischiato per il tradimento di un anno fa. Allegri sistema la difesa, il centrocampo copre bene, Dybala è in serata. Il Napoli è da sufficienza piena, non di più perchè la perdita dell’imbattibilità è grave. Prova di maturità, si diceva in questi casi, ma chissà quando mai arriverà il tempo del racconto, del terzo scudetto, della fine dell’era bianconera, tantopiù fuori dal triangolo con le milanesi. Senza Ghoulam, gli azzurri perdono il tremendismo sulle fasce, Mario Rui non è ancora il folletto di Gubbio, in B, neanche dell’Empoli, del Sarri che meritò questa chance. Incidono i chili e l’esperienza bianconeri, geometrie e freddezze, attesa e sacrificio. Occasioni dall’inizio, Hamsik manca un aggancio in area, Reina chiude su Higuain, smarcato da Douglas Costa. L’ex Bayern innesca il contropiede della serata, Dybala rifinisce, il pipita non sbaglia.
Hamsik da fuori, Buffon smanaccia, mentre il pubblico continua a beccare Higuain. Corner di Insigne, il portiere è reattivo. Albiol sbaglia, Dybala calcia alto.
Il pubblico festeggia, canta nonostante lo 0-1. Allan, ribattuto, Callejon, fuori. Si cambiano centrocampisti, Marchisio non è inferiore a Khedira, Zielinski è più incisivo di Allan. Pjanic per Matuidi, al volo sul secondo palo, Reina è strepitoso. Insigne incrocia troppo il diagonale. La circolazione di palla sarriana è macchinosa, Allegri neanche si smania. E’ la Juve anche dei gregari, De Sciglio di nuovo da nazionale, Asamoah ai livelli dell’Udinese, Benatia eccellente vice Barzagli. La Juve è da finale di Champions, serviva questa a Cardiff. Quanto Insigne si fa male, è finita. Il talentino zoppica, Ounas non è la stessa cosa, Maggio da Montecchio Maggiore entra a destra, Hysaj a manca non è lo stesso. Restano in panchina stelle come Bernardeschi (eclissata?), Alex Sandro e la promessa Rugani. Al Napoli servirebbe un centravanti vero, per variare gioco, non si possono trovare palloni alti.
Sì, poteva tranquillamente finire pari, ma persino vincere il Napoli, non è quello il problema. Il problema è che la Juve resta la Juve, tetragona quando serve e i sarristi quando devono vincere sembrano un po’ l’Italia di Ventura, generosa ma non super. Esce Douglas Costa, si affaccia Cuadrado, è in gran forma, il vero rinforzo estivo della Juve. L’ingresso di Barzagli serve a cristallizzare la situazione. Allegri manda i suoi saluti a Spalletti e a Di Francesco: “I più forti siamo ancora noi. E vinceremo tutto”.
Anche la Champions? Con questa ferocia, il Real non avrebbe fatto 4-1, lo 0-0 al Barcellona è incoraggiante. Anche senza Bonucci si giganteggia, in mezzo Pjanic è il faro della Roma, non ci sono veri punti deboli. Almeno in Italia. Marotta gongola, anche Agnelli. Dove iniziano i demeriti di Sarri?
Vanni Zagnoli
NAPOLI-JUVENTUS 0-1
GOL: 13′ Higuaín
Napoli (4-3-3): Reina 7; Hysaj 6, Albiol 6, Koulibaly 6,5, Mário Rui 5,5 (31′ st Maggio 5,5); Allan 6 (17′ st Zieliński 5,5), Jorginho 6, Hamšík 6; Callejón 6, Mertens 5,5, Insigne 6 (31′ st Ounas). All.: Sarri.
Juventus (4-3-2-1): Buffon 6; De Sciglio 6,5, Benatia 6,5, Chiellini 6,5, Asamoah 6,5; Khedira 6 (18′ st Marchisio 6), Pjanić 6,5, Matuidi 7; Dybala 6,5, Douglas Costa 7,5 (34′ st Cuadrado sv); Higuaín 6,5. All.: Allegri.
Arbitro: Orsato di Schio 6,5.
Note: ammoniti Mertens, Mario Rui, Chiellini. 50mila spettatori. Recupero: pt 1’, st.