Persino troppo facile, il secondo titolo mondiale di scherma paralimpica, per Bebe Vio. La veneziana di 20 anni conferma il titolo del 2015, nella categoria B del fioretto, di cui è anche campionessa olimpica. Vince il girone agevolmente e nei quarti supera la georgiana Irma Khetsuriani per 15-5. La semifinale è ancora più facile, perchè la russa Mishurova non è competitiva. Vio raggiunge presto il 7-0, sfruttando la rapidità del suo essere brevilinea. Arriva a 15 (a 1) e urla di gioia. Nel penultimo atto è in pedana senza le protesi ed è applauditissima, all’Hilton Rome Airport. Rispetto alla scherma tradizionale, entrambe sono arpionate alla carrozzina, perciò tecnica e velocità sono premianti.
La finale è più vera, con il 2-2 dell’altra russa, Boykova. Bebe trova il consenso del pubblico, tornando in vantaggio. Allunga a +5, rispetto alle gare per normodotati l’assalto è più serrato. Anche sul 9-2, Bebe urla la sua euforia. Finisce 15-3, per Beatrice Maria, sempre entusiasta. Bissa il mondiale del 2015 e abbraccia tutti, poi si intrattiene con mamma Teresa e il padre Ruggero.
E’ accompagnata da Simone Vanni, il ct che l’ha allenata al centro Coni di Tirrenia. Alternava le sedute a casa, arrivando in anticipo anche di due giorni, ai raduni.
Bebe è travolgente. “Eppure – racconta – avevo un pizzico di paura, perchè Viktoria Boykova mi aveva estromesso agli scorsi mondiali, a Varsavia, interrompendo la striscia di 11 successi. In pedana devo solo stare calma, dopo la gara ho persino capogiri. L’ammonizione per partenza anticipata è dovuta al timore che l’avversaria tocchi subito”.
E la domenica, su Rai1, Bebe è suo agio nella conduzione de “La vita è una figata”. “Il 19 – aggiunge – uscirà il mio nuovo libro: “Se sembra impossibile allora si può fare”. Scritto prima dell’estate, perchè dal 1° settembre sono sempre rimasta concentrata sulla scherma: resta il primo amore”.
A Roma sono in gara, da due giorni, sino a domenica, 32 paesi, con 223 atleti, per 22 ori. Sabato la Vio vivrà la prova a squadre. “Il mio vero obiettivo”.
Da questa edizione iridata manca la Cina, una delle tre grandi potenze mondiali, probabilmente perché questi campionati non mettono in palio il pass per le Paralimpiadi di Tokyo2020. L’Italia se la vedrà con l’Ungheria, vincitrice della finale europea a Torino 2016, per 45-41, e poi con Hong Kong e Russia.
Fra il pubblico c’è naturalmente Luca Pancalli, presidente del comitato paralimpico, che va a congratularsi con Bebe.
Che da Mogliano Veneto si trasferirà a Roma, per studiare scienze delle comunicazione. “Ha sofferto la non candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024 – spiegava il padre Ruggero -, avrebbe voluto concludere lì la sua carriera”.
L’Italia è a tre medaglie, con gli argenti di Matteo Betti nel fioretto e l’altro secondo posto, di Alessio Sarri nella spada, categoria B.
Il romano era al debutto nell’arma non convenzionale, perde per una stoccata dall’inglese Coutya, dopo il 15-13 al francese Yannick. Leopizzi esce al primo turno, Vaglini dopo la fase a gironi.
Nella sciabola, avvicina il podio Edoardo Giordan. Tra le fiorettiste, Andrea Mogos esce ai quarti, Loredana Trigilia agli ottavi, mentre Letizia Baria viene eliminata ai gironi. La siciliana Trigilia, 42 anni, è nella parte finale di carriera, ha partecipato a 5 olimpiadi e Bebe vuole regalarle l’oro a squadre. Intanto si gode l’individuale. “Preparato ascoltando la nuova canzone che mi ha dedicato Jovanotti”.
Vanni Zagnoli