La Spal è l’ideale perchè il Milan prosegua l’inseguimento al tris a punteggio pieno. Era partita con 4 punti, ha già perso a San Siro ma si è ripetuta a Ferrara, con il Cagliari. Il controgioco di Semplici è alla prova di Montella, ovvero debuttante in A a 50 anni, con bella gavetta, contro chi allena solo in A, dopo appena una stagione e mezza con i giovanissimi della Roma.
Vincenzo ha la Champions come obiettivo minimo, i 65mila anche del preliminare di Europa league pretendono tuttavia che resti in lizza per lo scudetto sino a due giornate dalla fine, almeno.
Fa debuttare dal primo minuto André Silva, oscurato dal molisano Cutrone. “Il portoghese – spiega – deve essere più cinico e rabbioso, pensare al gol. Deve ‘Inzaghiarsi’”. Inzaghirsi, via, facciamo. Ovvero diventare come Filippo Inzaghi e in parte Simone, che fece un poker in Champions con la Lazio. Entrambi ora sono allenatori di vaglia, abili soprattutto nella fase difensiva. Anche Montella pensa a non prenderle, dopo recente imbarcata, insiste sul 3-5-2, con Suso in appoggio al centravanti. “E’ adattissimo al ruolo, è sereno, per il rinnovo con il Milan. Ha grandissimo talento, si abituerà a partire 10 metri più dentro il campo. E in qualsiasi squadra la competitività interna è fondamentale: prima l’accettano, meglio è, serve freschezza, soprattutto in avanti. Mi rivedo in Dybala: il dg Lomonaco voleva portarlo a Catania, ce lo soffiò il Palermo”.
Vanni Zagnoli