C’era solo un’ombra sulla vittoria del Milan con la Sampdoria. Il presunto rigore negato ai blucerchiati al 37’, un tocco di mano dentro l’area di Calabria. Dapprima Doveri non lo vede, lo fa valutare dal silent check, si pensa che abbia deciso per l’involontarietà, sbagliando, invece era fuori dall’area, di pochissimo ma non in area. Per il resto è un buon Milan, decisamente in ripresa con Gattuso.
E’ la vittoria della grinta, dell’essere Gattuso, sulla tecnica e il bel gioco di Giampaolo, che piaceva a Galliani, come erede di Mihajlovic, anche se poi Berlusconi virò su Montella. Anche l’avvio è rossonero, con il traversone da destra di Calabria, Murru colpisce con il braccio e Doveri fischia il rigore. Calcia Rodriguez, decisione inconsueta, e Viviano devia in corner, confermandosi eccellente sui tiri dal dischetto, è il terzo parato in stagione. Il Milan prevale sull’asse di destra, Calabria-Suso. Lo spagnolo allarga per l’esterno bresciano, Bonaventura si inserisce in maniera perfetta e al volo di piatto infila. Il primo quarto di gara è da Champions, considerate anche le difficoltà dell’Inter, rimasta con soli 7 punti di margine sui cugini. Poi esce la Sampdoria con la sua personalità, senza approfittare di qualche alleggerimento sbagliato, non si vede Quagliarella, un po’ meglio Zapata. Calhanoglu cresce, la tenuta è complessivamente migliore. Gli esterni difensivi doriani non spingono e allora Suso e il turco possono pensare solo a inventare.
Il raddoppio neanche è da considerare, poichè la posizione di Bonucci è largamente irregolare, neanche sarebbe da controllare al Var. In tribuna c’è il ct di Biagio, vede un Milan in progresso, con appena 3 punti in meno della scorsa stagione, e lì vicino c’è il designatore arbitrale Rizzoli.
La ripresa inizia in ritardo per un problema alla bandierina di un assistente. I blucerchiati non hanno la baldanza dell’andata o del successo sula Juve, il possesso di palla resta milanista. I movimenti sono di squadra, nel contenimento del Milan, rispetto a Montella c’è maggiore sacrificio e sintonia nell’opposizione. A Fassone e Mirabelli sta piacendo questo Gattuso, non escludono di confermarlo, dopo essere stati due volte sul punto di licenziarlo. Gli ottavi di Europa league sono ormai certi, la finale di coppa Italia non è pregiudicata, con lo 0-0 di San Siro sulla Lazio. Quando Calhanoglu si accentra e scaglia il destro contro la traversa, la sua resurrezione è completa, non poteva aver dimenticato come si gioca. Il Milan deve migliorare come collettivo nelle azioni offensive, gli spunti ci sono, anche fra le larghe maglie cerchiate di blu. La regia di Biglia è convincente, anche sul piano fisico e all’uscita di Barreto (con Zapata) si capisce come alla Sampdoria siano mancati due cardini e soprattutto è certificata la crescita del centrocampo del Milan, pericolosa con traiettorie tagliate, con un velo di Romagnoli e un diagonale di Suso. Abile nei cambi di gioco, come Calhanoglu, che sorride mentre gioca, a dimostrazione di un feeling ritrovato con San Siro. Non si vede molto Cutrone, esce nel finale ma ormai ha levato il posto ad Andrè Silva. Il portoghese crea l’assist per Calabria, Viviano para.
Neanche Montolivo è più fischiato, è un altro bel segnale. Bonucci rimedia a un proprio errore, Calhanoglu manca il raddoppio, mentre la Sampdoria mai crea pericoli.
Vanni Zagnoli
Milan-Sampdoria 1-0
GOL: 14’ pt Bonaventura.
Milan (4-3-3): Donnarumma 6; Calabria 6,5, Bonucci 6,5, Romagnoli 6,5, Rodriguez 6; Montolivo 6, Biglia 6,5, Calhanoglu 7; Suso 6,5, Cutrone 6 (28’ st Andrè Silva 6), Bonaventura 7. All. Gattuso.
Sampdoria (4-3-1-2): Viviano 6,5; Bereszyinski 5,5, Silvestre 5,5, Ferrari 5,5, Murru 5; Barreto 5,5 (9’ st Verre 5,5), Torreira 6, Linetty 5,5; Ramirez 5,5 (27’ st Kownacki 5,5), Zapata 5,5 (9’ st Caprari 6); Quagliarella 5. All. Giampaolo.
Arbitro: Doveri di Roma 6.
Note: ammoniti Bonaventura, Ferrari, Linetty e Verre. Spettatori 46mila. Angoli 9-1. Recupero: pt 1’, st 3′.
Da “Il Gazzettino”