Vanni Zagnoli
Si avvera il doppio miracolo calcistico. A Varsavia, l’Italia batte la Germania, che neanche spinge tanto per pareggiare, perchè passa come miglior seconda a scapito della Slovacchia, evitando così la Spagna. E’ questa l’eventualità che avevamo trascurato, ovvero l’interesse dei tedeschi a perdere di misura. A Tychy, la Danimarca già eliminata addirittura supera la Rep. Ceca per 4-2, per qualificare gli azzurrini sarebbe bastato che pareggiasse. Di Biagio dunque avanza, con meriti forse inferiori rispetto a due anni fa, quando fu eliminato ma con un gioco più convincente.
Il ct ripropone l’Italia dell’esordio con la Danimarca, senza però centravanti. Petagna è in panchina per i gol divorati con la Rep. Ceca, come falso nueve gioca Bernardeschi, mai abituato a quella posizione con la Fiorentina. La mossa è per valorizzare Chiesa, tra i più in forma, e ha successo. Entrambi i tempi sono a leggera prevalenza azzurra, il finale vede la Germania far girare solo la palla.
Arriverebbe subito il gol tedesco, su punizione da sinistra, Stark è in fuorigioco punibile perchè partecipa all’azione saltando a vuoto, Kempf realizza di testa e l’arbitro azzecca l’annullamento.
L’Italia è prudente, per non esporsi alle ripartenze, pensa a vincere, non a segnarne tre. Si fa viva al 20’, per iniziativa di Chiesa, Pellegrini calcia di destro da fuori, Pollersbeck respinge corto, si rifà sul cross dell’esterno viola. Un fallo su Berardi meriterebbe l’ammonizione, le squadre ne approfittano per un timeout. Il ritmo si alza, complice il vantaggio danese, di Andersen, a metà primo tempo. Caldara fa un tunnel a Dahoud, si procura la punizione dal limite, Bernardeschi tuttavia alcia fuori. Conti nella fase difensiva resta distratto, pagherà anche con l’ammonizione. A Tycky intanto la Rep. Ceca pareggia in 4’, con Schick. Sbagliano i tedeschi, un alleggerimento sulla destra, dal rinvio del portiere per Stark, Pellegrini pressa Dahoud, Chiesa libera Bernardeschi che non può sbagliare. Gli azzurrini si innervosiscono, sul gol c’è rissa con rischio di espulsione, l’arbitro decide per il giallo solo a Berardi e ad Arnold e va bene all’Italia. Che comunque si ritrova con l’intera linea avanzata ammonita in 38’. Nel frattempo la Danimarca segna di nuovo, con Zohore (35’). La reazione germanica si limita al sinistro di Kempf ribattuto da Caldara e a un’uscita di Donnarumma.
Nella ripresa, al 9’ il 2-2 di Chory per i cechi. La Germania non ha particolare fretta di pareggiare, consapevole di passare anche se dovesse subire il raddoppio. Crea un paio di pericoli, rischia sul destro da fuori di Pellegrini, sempre il migliore, e sul tocco ravvicinato di Bernardeschi. Barreca sulla sinistra trova spazi, serviva questa Italia anche nelle prime due gare. Di Biagio si agita molto in panchina, al contrario del vice Nunziata, ex regista del Padova in A. Al 28’ il 3-2 danese, di nuovo di Zohore, alimenta le speranze. Conti manca il bis ma era in fuorigioco sul lancio del tatuatissimo Bernardeschi. E poi Stark chiude sul cross dell’atalantino. Al 46’ Ingvartsen dà il 4-2 alla Danimarca e lì la panchina azzurra può esultare. Grazie alla Danimarca e alla Germania.
SEMIFINALI. Martedì: alle 18, a Tychy, Inghilterra-Germania; ore 21 a Cracovia, Spagna-Italia.
Italia-Germania 1-0
GOL: pt 30’ Bernardeschi.
Italia (4-3-3): Donnarumma 6; Conti 6, Caldara 6,5, Rugani 6, Barreca 6,5; Benassi 6, Pellegrini 7, Gagliardini 6,5; Berardi 5,5 (41’ st Locatelli sv), Bernardeschi 7, Chiesa 7 (34’ st Petagna sv). All. Di Biagio.
Germania (4-2-3-1): Pollerbeck 5,5; Toljan 6, Stark 5,5, Kempf 6, Gerhardt 6; Arnold 6, Dahoud 5 (28’ st Jung 5,5); Meyer 5,5 (22’ st Philipp 5,5), Weiser 6 (31’ st Amiri sv), Gnabry 6; Selke 5,5. All. Kuntz.
Arbitro: Vincic (Slovenia) 6,5.
Note: ammoniti Kempf, Arnold, Berardi, Chiesa, Bernardeschi, Conti, Gerhardt. Recupero: pt 1’, st 3’.