L’integralità dell’articolo scritto per “Il Gazzettino”
La serie A diventa interamente spagnola. Mediapro acquisisce i diritti tv per il prossimo triennio e ora il milanese Vegas – cognome iberico – sarà probabilmente l’ad, in alternativa il generale Del Sette. Vegas è stato alla Consob, sembrava l’uomo giusto già 3 mesi fa, adesso il fronte Lotito convince anche gli altri, per evitare che Malagò prenda troppo potere e magari scelga tutto. Per la presidenza è in corsa Umberto Gandini, ad della Roma, ex Milan.
A Lotito mancavano 1-2 presidenti per diventare presidente di Lega o vice della federazione, almeno vuole scegliere qualcuno e preferisce magistrati o militari.
“Dal 5 marzo cambieranno molte cose”, anticipa. Sarà eletto in parlamento con Forza Italia, comunque pretende una poltrona da consigliere di Lega, lasciando quelle federali magari al rivale Beppe Marotta (con era arrivato quasi alle mani di recente, seperato dai genoani Preziosi e Perinetti), al dg della Lega Marco Brunelli, parmigiano, mentre la terza è da aggiudicare. E’ in ribasso Carlo Tavecchio, che si avvia davvero alla pensione, a 74 anni. Scaduto da commissario di Lega, dimesso da presidente federale, neanche più sarà in consiglio, pur avendo da anni lo spin doctor personale, il bravissimo Roberto Coramusi, che dai dilettanti alla federazione attenuava le sue gaffes.
Malagò vorrebbe dare più spazio alla nazionale riducendo da 20 a 18 le squadre di serie A e la B a 20, come da idea di Andrea Abodi, l’ex presidente della B che resta al Credito Sportivo. Le piccole e medie rifiutano i due posti in meno perchè rischierebbero di finire in B, i diritti tv garantiscono la sopravvivenza a molti club, modello Chievo. Malagò e Fabbricini dovrebbero portare la Lega di A dal 12 al 20%, come peso elettorale, per evitare che siano ancora decisive la D (al 34%, da Tavecchio a Sibilia, ex favorito) o la Pro al 17%. Anche Gravina resta al suo posto, nel mondo della C. Saranno ridotte le loro quote, non il 2% agli arbitri, o magari verrà levato qualcosa anche ad allenatori e a calciatori.
Si vuole approfittare dell’assenza di Malagò, in Corea del Sud sino al 25, per proseguire nelle novità. Otto società hanno chiesto ai vicecommissari Nicoletti e Corradi di indire un’assemblea elettiva per mercoledì, san Valentino. Servono 14 volti, dunque mettere d’accordo i riformisti che fanno capo a Cairo con il pasionario Lotito. Juve, Roma, Inter, Sassuolo, Sampdoria e Fiorentina si oppongono a Lotito, non vogliono votare adesso, Cairo sì, per scegliere lo spagnolo Javier Tebas come amministratore delegato della Lega di serie A, carica nuova nel panorama italiano, da contrapporre a Michele Uva, dg della federcalcio. Tebas è franchista, fece parte di Fuerza Nueva e per questo è osteggiato dalla stampa italiana di sinistra. Dal 2013 è presidente della Liga professionale di Spagna (a 629mila euro più 250mila variabili), è socio di Jaume Roures, catalano e indipendentista, l’uomo di Mediapro e allora il calcio italiano sarebbe interamente spagnolo. Da presidente della Liga, si era battuto contro i 4 club italiani in Champions, suo figlio raccoglie la pubblicità in Spagna per Mediapro. Costaricano, incarichi in 46 società, Tebas a Milano vuole 1,2 milioni netti e la metà per il suo collaboratore. L’alternativa è Luigi De Siervo, ad di Infront Italia.
Vanni Zagnoli
Da “Il Gazzettino”