Le riforme partono dall’inserimento in serie C delle seconde squadre rispetto ai club principali di A che cerchino quest’opportunità, rituale, all’estero. Malagò potrebbe proporre un tetto per gli stranieri, come avviene per esempio nel basket, per valorizzare gli italiani, ma in teoria è impossibile, considerate le leggi Bosman ed Ekong. Magari imporrà di avere in rosa ancora più giovani cresciuti nel vivaio.
Quel che più interessa agli italiani è però la scelta del ct e lì dovrebbe pensarci Costacurta, come il vicecommissario Demetrio Albertini, nel 2006, scelse l’ex compagno Donadoni per l’interregno di Lippi, che poi sarebbe tornato. Ora c’è la candidatura forte di Roberto Mancini e molto probabilmente sarà scelto l’uomo di 3 scudetti (in primo a tavolino) con l’Inter e del triplete in Inghilterra con il Manchester City. La Figc aveva già stanziato 5 milioni a stagione, per l’erede di Ventura, già con Tavecchio.
“I papabili – chiarisce Costacurta – sono veramente straordinari. Fra i 6-7, c’è solo da vedere chi sia più disponibile, si può sbagliare poco e ora parlerò con tutti. Fino a un paio d’anni fa pensavo servisse più un selezionatore, poi Conte ha fatto un miracolo sportivo all’ultimo Europeo e potrebbe anche tornare”.
A Malagò piace Mancini, in Russia allo Zenit, a Costacurta Conte. Ancelotti è stato esonerato dal Bayern ma preferisce un club, Ranieri con la Grecia era andato male, a Leicester vinse uno scudetto stupefacente. Fabbricini rimescola le carte: “Mancini è a Roma ma non è stato contattato. Conte sembra voglioso di tornare, Ancelotti apre e chiude la porta, neanche Ranieri è fuori. Valutiamo pro e contro e poi lavoreranno con la futura governance”.
Restiamo nelle mani di Malagò e di Costacurta. Che ricorda: “Ho giocato con 14 palloni d’oro, ma questa è la squadra più prestigiosa con cui ho a che fare”. Ovvero i dirigenti che hanno in mano lo sport italiano.
v.zagn.
Da “Il Gazzettino”