Prima i diritti tv, poi la governance della Lega di serie A, dunque slitta l’ipotesi di Carlo Tavecchio come presidente, lunedì scade il suo commissariamento e il reggente sarà Ezio Maria Simonelli, presidente del collegio dei revisori, sino al 25 febbraio.
Ieri mattina i due blocchi delle società si sono ritrovati separatamente. Un fronte si è presentato in orario, alle 11, per l’inizio dell’assemblea, ovvero Lazio, Napoli, Milan, Atalanta, Udinese, Genoa e le due veronesi, dall’altra parte le riformiste, comprese Juventus, Inter e Roma, ma anche il Torino (di Cairo, che cerca di unire le due componenti), la Fiorentina, la Sampdoria, il Cagliari, il Sassuolo e il Bologna. Alcuni club di questo secondo gruppo sperano nel commissariamento della Figc e nell’arrivo di un nuovo commissario in Lega, scenario preferito dal presidente del Coni Malagò, al di là dell’esito delle elezioni di lunedì per la presidenza federale. Resta un mese, alla Lega, per scegliere Tavecchio o un altro numero uno, diversamente sarà operativo il piano B preferito dal presidente anche dell’Aniene.
Al centro della giornata di Milano sono passati i diritti tv, con la valutazione dell’offerta presentata dagli spagnoli di MediaPro, unici a partecipare al bando subordinato dedicato agli intermediari finanziari. Offrono 950 milioni, ma la cifra “è legata al progetto di realizzare un canale in partnership con la Lega, da offrire su ogni piattaforma possibile”, come spiega l’ad di Infront, Luigi De Siervo, fra i candidati al ruolo di amministratore delegato della stessa Lega. La trattativa sarà privata per una settimana. “Con gli spagnoli – aggiunge il manager fiorentino, ex Rai Com – si lavorerà anche a “un piano alternativo: non voltiamo le spalle agli operatori, l’obiettivo è portare alla prossima assemblea la massima offerta degli spagnoli e un modello di vendita per prodotto, con esclusive di singole partite”.
Intanto l’offerta degli operatori tradizionali è salita a 830 milioni. Sky rilancia passando 81 a 150 milioni per i pacchetti D1-D2, con le partite in esclusiva di 12 squadre (inclusa la Roma) e i relativi diritti accessori, comunque lontana dal minimo di 320. Mediaset Premium conferma l’offerta di 200 milioni per il pacchetto B (8 squadre, fra cui le big). Sky si impegna a sublicenziare in esclusiva “a terzi almeno una porzione dei diritti e a offrire i propri canali con la serie A a tutte le piattaforme che ne facciano richiesta, a condizioni eque. A patto di utilizzare i diritti anche direttamente per i propri clienti su tutte le piattaforme”.
Tavecchio difende il prodotto calcio e il suo lavoro: “Non è tanto vituperato. Siamo partiti da 760 milioni, ora siamo a 950 e con le royalties si arriverà al miliardo di euro. Poi ci sono i quasi 400 milioni dai diritti esteri, dalla coppa Italia. Se le società aspettavano assist dal sistema italiano, avrebbero atteso parecchio”. Il presidente dimissionario della Figc invita a modificare il quorum per le elezioni in Lega (“Maggioranza semplice dal terzo scrutinio”), l’assemblea si riserva di valutarne la legittimità e la compatibilità giuridica.
Intanto la metà riformista della serie A si schiera con Gabriele Gravina per le elezioni della Figc: Juve, Inter, Roma, Torino, Fiorentina, Spal, Sampdoria, Cagliari, Sassuolo e Bologna. Hanno incontrato assieme il candidato della Lega Pro e anche Tommasi, chiedendo al presidente dell’Aic “di fare sintesi”, ovvero di allearsi con Gravina. Tommasi per ora non si fa da parte, tantopiù che A De Rossi e Di Francesco si aggiunge l’appoggio di Totti: “Lo stimo molto, è l’uomo giusto per riportare in alto il calcio italiano. Una persona trasparente e competente”.
Gravina sarebbe al 40% dei voti (6% dalla A e 5 dalla B; 17% dalla C, 10% dagli allenatori e 2% dagli arbitri), l’assocalciatori pesa per il 20% e insieme farebbero un 60.
Vanni Zagnoli
Da “Il Gazzettino”