Vanni Zagnoli
La prima dell’Italia all’Europeo under 21 è buona per il secondo tempo e il 2-0, che consente di tenere il passo della Germania. La Danimarca è domata dalla rovesciata di Lorenzo Pellegrini, esterno di centrocampo del Sassuolo che Di Francesco vuole riportare alla Roma, e dal raddoppio di Petagna. Il gioco è da 6 stiracchiato, accade regolarmente, quando le attese sono così elevate e spesso il valore di squadra non è la sommatoria del talento. La partita diventa allora memorabile per il trattamento ricevuto da Gigio Donnarumma. Dapprima lo striscione Dollarumma, presto rimosso, quindi fotocopie di dollari gettati nella sua porta, per irriderne la prima uscita vera. Mai visto niente del genere, su un campo di calcio, ma è chiaro che il suo no a rinnovare con il Milan vale ogni ironia. Giovani inservienti levano le finte banconote, neanche tutte, il portiere fa stretching per distrarsi, lo può fare perchè neanche i biancorossi costruiscono molto, nel primo tempo.
E’ il centrocampo azzurro con poco fosforo, Bernardeschi latita, Berardi appena meglio. Barreca crossa da sinistra, Conti calcia fuori, è l’unica occasione di metà primo frazione. I danesi replicano con attenzione, fanno venire in mente lo 0-0 dell’Europeo del 2004, quando l’Italia uscì poi per il biscottoso 2-2 di Svezia-Danimarca, dopo il pari d’esordio e lo sputo di Totti a Poulsen. Il controgioco scandinavo è efficace, corto e concentrato, con il collante Noorgaard. Qualche decina di tifosi azzurri a Cracovia canta, per ingannare la noia di una manovra molto orizzontale. Lo scambio degli esterni offensivi, la Ber-Ber, con Bernardeschi a destra, serve a movimentare qualcosa. Il destro da fuori di Benassi è potente ma non sorprende il portiere. L’Italia cresce, il ritmo però non è adeguato alla necessità di vincere il girone, supportata da un pressing discreto. I nordici concedono una palla a Conti prima dell’intervallo, ma l’esterno con i capelli tinti di biondo ha perso lo smalto dell’Atalanta e dell’intera stagione azzurrina. Gagliardini vive le difficoltà degli ultimi mesi interisti, non dà propellente alla manovra.
La ripresa non può che essere migliore, con squilli di Conti e Barreca. Quando il ritmo riscende, arriva il gol, da un’idea di Bernardeschi. Crossa dalla sinistra, Benassi viene anticipato di testa e Pellegrini azzecca l’angolo, in rovesciata. I danesi reagiscono, serve una chiusura di Barreca, l’Italia concede una punizione dal limite e due cross insidiosi. Sul destro da giro di Hjulsager serve la parata alla Donnarumma. E anche di Hojbjerg, su Chiesa, subentrato eccellente. Petagna accarezza il raddoppio, lo trova proprio sul cross del viola, ad anticipare Maxso. Il punteggio è severo per i danesi, che quasi meritavano il pari. “Negli ultimi 30 metri siamo stati poco fluidi”, conferma Di Biagio.
Nell’altra gara del girone, a Tychy, la Germania doma i cechi, che con il futuro juventino Schick si divorano due reti. Nel finale il tedesco Selke si fa parare il rigore da Zima, era stato originato dal cross di Gerhardt con intervento a braccio aperto di Jankto (Udinese).
GERMANIA-REP.CECA 2-0: 44’ pt Meyer, 5’ st Gnabry. Classifica: Italia e Germania 3; Rep. Ceca e Danimarca 0.
Danimarca-Italia 0-2
GOL: st 9’ Pellegrini, 41’ Petagna.
Danimarca (4-2-3-1): Hojbjerg 6; Holst 6, Banggaard 6, Maxso 5,5, Blabjerg 5,5; Norgaard 6,5, Vigen Christensen 6; Hjulsager 6,5, Andersen 6 (35’ st Hansen sv), Borsting 6 (34’ st Duelend sv); Ingvartsen 5 (27’ st Zohore 5,5). All. Frederiksen.
Italia (4-3-3): Donnarumma 6,5; Conti 6, Rugani 6,5, Caldara 6, Barreca 6,5; Pellegrini 7, Gagliardini 5,5, Benassi 6,5 (27’ st Grassi 6,5); Berardi 6,5 (22’ st Chiesa 6,5), Petagna 6 (43’ st Cerri sv), Bernardeschi 6,5. All. Di Biagio.
Arbitro: Kružliak (Slovacchia) 6,5.
Note: ammoniti Norgaard, Holst. 15mila spettatori. Recupero: pt 2’, st 2’.