Il Milan ha speranze di tornare in finale di coppa Italia, a fine mese all’Olimpico gli basterà l’1-1 per beffare la Lazio, nella seconda semifinale. La Juve aspetta l’avversaria, non corre rischi seri con l’Atalanta, i biancocelesti meritavano di vincere, come domenica, non vanno oltre il pari e Gattuso può respirare di sollievo per avere salvaguardato perlomeno il pari.
San Siro applaude alla memoria dell’ex ct Azeglio Vicini, ma il silenzio è violato da alcuni cori scanditi dai tifosi della Lazio, nel terzo anello.
Il turnover è limitato, rispetto al turno precedente, Gattuso impiega a sinistra del centrocampo Locatelli, lasciando fuori Montolivo e Calhanoglu, anche Cutrone è in panchina. Prevale la prudenza, il pressing è portato con convinzione, Lucas Leiva a centrocampo è meno dominante del solito. Il Milan non gioca bene, crea nulla, concede due occasioni in 32’. Felipe Anderson innesca in profondità Immobile, l’azzurro salta secco Romagnoli, si porta la palla sul sinistro ma calcia male da buona posizione. Lukaku a sinistra piace, sul piano offensivo non è inferiore a Lulic, Kessie gli concede un cross, Lucas Leiva stacca in precaria coordinazione, manca il bersaglio contrastato da Borini. Immobile ha segnato 26 gol in 25 partite stagionali con la Lazio, è l’unico del calcio italiano a bersaglio in supercoppa, coppa Italia, Europa league e naturalmente in campionato, ci prova anche da lontano, senza sorprendere Donnarumma. Stavolta in porta c’è Gigio, non il fratello Antonio, protagonista nel derby vinto al supplementare. Sulla destra piacciono Kessie e Suso, però la retroguardia laziale resta al sicuro, registrata da Luiz Felipe. Milinkovic-Savic è lontano dalla porta, incide poco, il possesso palla diventa fine a se stesso. In panchina resta Marusic, la Lazio è meno spumeggiante, si fa prudente considerato il beffardo 2-1 di domenica sera. Gattuso è più martellante di Conte, nella gestione da bordo campo, vorrebbe dettare ogni azione, la realtà è che il movimento senza palla è insoddisfacente. Appena meglio alla ripresa, dopo 8’ i rossoneri salgono di tono, l’illusione però dura non più di 5’. Neanche l’ingresso di Calhanoglu spegne la squadra di Inzaghi, di nuovo Lukaku crossa dalla sinistra, Immobile schiaccia di testa vicino all’area piccola, Donnarumma piazza il prodigio. Si ricomincia con la rumba, con l’ingresso di Luis Alberto, lo spagnolo che comunque aveva bisogno di rifiatare, dopo mesi eccellenti. Milinkovic, Immobile. Il Milan soffre eppure giocando a San Siro dovrebbe fare la partita. In fondo gli va bene così, all’Olimpico basterà un pareggio con gol per rigiocare la finale, due anni dopo la sconfitta ai supplementari contro la Juve, che mandò in Europa league il Sassuolo. Una palla match l’ha pure il Milan, Suso pennella per Cutrone, la girata è perfetta e stavolta aerea, non di braccio, Strakosha respinge corto, Calhanoglu calcia fuori il proverbiale rigore in movimento, fra l’altro sul destro, il suo piede. Lulic subentra a destra,
Gattuso chiude con il 4-4-2, più convincente del 4-3-3, le sue urla arrivano anche al secondo anello. Di sicuro non è un Milan che piace a Berlusconi però è passabile. Piaceva di più con Montella, il traghettatore è felice così.
Vanni Zagnoli
Milan-Lazio 0-0
Milan (4-3-3): G. Donnarumma 6,5; Abate 6,5, Bonucci 6, Romagnoli 5,5, Borini 6; Kessiè 6, Biglia 6, Locatelli 5 (11’ st Calhanoglu 5,5); Suso 6, Kalinic 5 (37’ st Andrè Silva sv), Bonaventura 5,5 (26’ st Cutrone 6). All. Gattuso.
Lazio (3-5-2): Strakosha 6,5; Caceres 6, Luiz Felipe 6, Radu 6,5; Basta 6, Parolo 6 (32’ st Nani sv), Leiva 6,5, Milinkovic-Savic 6,5, Lukaku 7; Felipe Anderson 6 (17′ st Luis Alberto 6,5), Immobile 6,5 (37’ st Lulic sv). All. Inzaghi.
Arbitro: Guida di Napoli 6,5.
Note: ammoniti Radu, Borini. 40 mila spettatori. Recupero: pt 0’, st 4′ Angoli: 4-8.
Da “Il Gazzettino”