Questo derby dell’Adige è il più bello nella storia della serie A, forse assieme al primo, vinto in rimonta dal Verona di Malesani. Che corse sotto la curva dell’Hellas ma perse il ritorno e retrocedette, rischiando di finire in C, l’anno successivo.
Il Chievo sta molto meglio dei rivali più blasonati, ricchi e tifati. Che pure esultano per primi, grazie alla respinta corta di Sorrentino sul cross di Caceres, trasformato da Verde. In genere le stracittadine sono equilibratissime, con poche emozioni e magari senza gol, le prime stagioni sono l’eccezione, 3-2 come a San Siro. I clivensi sono superiori come possesso palla, con il 61% e 10 occasioni contro tre, complice la superiorità numerica. Una sola parata di Sorrentino contro le 5 di Nicolas, eppure poteva finire in parità e così era sino a un quarto d’ora dalla fine. Quattro gli interventi del Var: conferma il pareggio di Inglese (punizione procurata da Bruno Zuculini, calciata da Birsa e infilata di testa) e l’espulsione di Zuculini (la seconda ammonizione è su Birsa), serve per assegnare il rigore del momentaneo 2-2 (ma il fallo di mano di Gamberini era evidente, ancorchè per proteggersi), mentre dalla tribuna non si era colto l’annullamento del 4-2 di Stepinski, 22enne in fuorigioco. Si pensava un errore di chi manovra il tabellone, invece… La partita gira su un fallo inutile su Hetemaj, con esecuzione dal dischetto di Roberto Inglese. Che timbra la prima doppietta in un derby e anche per questo a gennaio andrà al Napoli, aspettando Milik. Il 3-2 è di Pellissier, al 108° gol in A, secondo capitano, dietro solo a Buffon. E’ a 2 reti da Pazzini, realizzatore dal dischetto del 2 pari.
Il computo dei derby è adesso a favore degli uomini di Campedelli, 4 vittorie contro 3 e 2 pari. Si muovono alla perfezione, con la palla e senza e si difendono attaccando. Pecchia conferma i limiti di gioco e di esperienza, la manovra è inefficace, fatica a impostare e soffre tra le linee l’assenza di Heurtaux, con Souprayen adattato a centrale. Bessa regista basso leva molto alla fase di spinta.
A Torino, la Roma passa grazie a Kolarov, autore di una dolce pennellata su punizione, complice Sirigu. Per i giallorossi è l’11. vittoria esterna consecutiva, eguaglia il record dell’Inter di Mancini del 2006-07.
L’Atalanta batte un Bologna remissivo grazie a Cornelius, servito da Freuler, a metà ripresa. Sempre il centravanti fa espellere Gonzalez.
La Fiorentina condanna il Benevento a un record negativo storico, la 9^ sconfitta iniziale, in sequenza, con il portiere viola Sportiello inoperoso. Il vantaggio è merito di Simeone, per Benassi, dimenticato da Letizia. Pali di Biraghi e, per i sanniti, di Cataldi. Il raddoppio è sull’asse Veretout-Babacar, il quale poi si procurerà il rigore del tris.
A Ferrara, il Sassuolo ringrazia lo sciagurato errore di Vicari dopo 37”, punito da Politano in contropiede. Nel finale fallo di Vaisanen su Ragusa, Berardi sbaglia il rigore. Il neroverde Cassata viene espulso dopo appena 2’ eppure la Spal non pareggia.
Vanni Zagnoli