Il re cade e magari lascerà il pugilato, a 38 anni. Manny Pacquaio è il più grande sportivo filippino della storia, un idolo per l’Asia, perde il titolo del welter Wbo contro lo sconosciuto Jeff Horn, insegnante di educazione fisica.
A Brisbane, davanti a 51mila spettatori (per un evento degno di Wembley, Joshua-Klitschko) il verdetto è ai punti e molto contestato dal senatore filippino: un giudice premia l’australiano con 6 punti (esagerato), gli altri ne vedono due. Horn resta imbattuto, a 29 anni vanta 17 vittorie e un pari, sfrutta l’allungo migliore, caricando il destro. Pacman rimane più veloce del grezzo avversario, uscito con il viso gonfio, non ha più il pugno di una volta, da 8 anni non vince per ko. Si ferisce alla testa, resiste, arriva alla 7^ sconfitta contro 59 vittorie e 2 pari.
“L’arbitro è stato approssimativo e i giudici sono pazzi – tuona uno degli allenatori, proprio l’australiano Justin Fortune -. Se ci sarà una rivincita, meglio nelle Filippine”.
Nelle 12 riprese, Pacquiao ha piazzato 182 pugni, 100 in più dello sfidante, ma qui non siamo nei dilettanti, alle vecchie macchinette contacolpi. Nel 2015 perse ai punti da Mayweather, la rivincita è lontanissima.
Vanni Zagnoli