Bologna
Il prato allo stadio Dall’Ara è verdissimo, la giornata soleggiata, splendente per la Juve, di nuovo favorita per lo scudetto, al di là del punto da recuperare sul Napoli. La tetragonia bianconera rifulge sul campo del Bologna, contro una squadra che aveva messo in crisi l’Inter, al di là dell’1-1. La partita sarebbe persino equilibrata, se non fosse per l’uno-due della Juve, a smascherare la fragilità di Mirante, quarto portiere azzurro agli Europei e ai mondiali con Prandelli e alquanto insicuro. La punizione di Pjanic (trattenuta di Destro su Alex Sandro) è all’incrocio, splendida ma non imprendibile. Idem il diagonale incrociato da Mandzukic, il movimento fra i pali è ritardato (più colpevole Mbaye, sul lancio di Pjanic) e neanche la stoccata di Matuidi (su respinta di Helander) sul primo palo, per quanto secca, è frangibile. Il primo gol italiano del francese vale il tris.
Il resto è una marea gialloblù, così è vestita la Juve, come la Torino del basket, battuta in volata al Dozza dalla Virtus. A migliaia si trasferiscono di 3 chilometri, a seguire la Vecchia Signora, ma qui le emozioni sono a senso unico. La muscolarità juventina è soverchiante, ottenuto il vantaggio la partita è praticamente finita, come ogni volta che il Bologna va sotto contro una grande squadra. Capitan Barzagli non ha problemi a fermare Destro e tantomeno Petkovic, che lo sostituisce alla ripresa: a Trapani sfiorò la A, qui incide poco. E’ più facile il campionato della Champions, per la Juve, fa la partita in ogni momento e il presidente petroniano Joey Saputo in tribuna è infelice: mamma Maria è trevigiana, papà Lino ogni anno viene alle terme di Abano. Ecco, il Bologna è come fosse in un centro termale, troppo rilassato: inizialmente contrasta, anche sullo 0-3, ma la potenza dei 6 volte campioni di fila è tramortente. Non c’è duello che vede battuta la squadra di Allegri, convincono De Sciglio di nuovo a destra, la coppia centrale con Benatia tosto come alla Roma, i nuovi Matuidi e Douglas. Non brilla Higuain, ecco, ma non ce n’è bisogno. E la concentrazione resta alta anche sul triplo vantaggio, come fosse tutto propedeutico a un allenamento vero, a gestire il vantaggio. Quando entra Dybala, è un mix tra fischi (emiliani) e applausi, dei tifosi torinesi. Ha la palla del poker, spedisce fuori e alto, con leggera deviazione di Mirante. Funziona il centrocampo, Douglas Costa è meno scintillante di Napoli e lascia il campo a Bernardeschi, perso rispetto alle mirabilie viola eppure impegnato nel contenimento. E’ un gran pomeriggio per gli juventini, questo 3-0 in fondo è anche il risultato del Milan, ma rovesciato, e il Verona non è superiore ai rossoblù. Il +14 sul club italiano più titolato nel mondo sintetizza la differenza. Ah, al rientro in spogliatoio, all’intervallo, abbiamo udito l’arrabbiatura del vicepresidente Pavel Nedved verso l’arbitro, che non ammonisce abbastanza: non ha torto. Il Bologna si ferma a un dribbling di Donsah con tiro angolato e bloccato da Szczesny sullo 0-0 e alla fiondata di poco fuori a fine partita. La palla entra pure, su angolo di Verdi, ma successivamente alla carica di MBaye su Szczesny. Juve da 7+, 0 alla curva di casa che urla “Sei uno zingaro” a Mandzukic, al momento del cambio.
Bologna-Juventus 0-3
GOL: 26′ Pjanic, 36′ Mandzukic, 19′ st Matuidi.
Bologna (4-3-3): Mirante 4,5; Mbaye 5, Gonzalez 5,5, Helander 6, Masina 5; Poli 5,5, Pulgar 5,5, Donsah 5,5 (19′ st Falletti 5,5), Verdi 5,5, Destro 5 (8′ st Petkovic 5), Okwonkwo 5 (25′ st Krejci 5,5). All.: Donadoni. Juventus (4-3-3): Szczesny 6, De Sciglio 6,5, Barzagli 6,5, Benatia 7, Alex Sandro 6,5, Khedira 6, Pjanic 7,5 (41′ st Marchisio sv), Matuidi 7,5, Douglas Costa 6,5 (25′ st Bernardeschi 6), Higuain 6,5, Mandzukic 7 (30′ st Dybala 6). All.: Allegri.
Arbitro: Banti di Livorno 6,5.
Note: ammoniti Higuain, Masina, Mbaye, Petkovic per gioco scorretto.
Angoli 7-3 per la Juve. Recupero: pt 0’, st 4’. Spettatori: 29.270 (di cui 13.620 abbonati), per un incasso di 864.643 euro (di cui 164.687 euro di rateo abbonati).