A 81 anni Silvio Berlusconi resta molto vicino al Milan e, come con tutti i suoi ex allenatori, vorrebbe imporre a Rino Gattuso di utilizzare sempre le due punte.
“Al bravo Rino – risponde a Mediaset Premium – mando i più affettuosi auguri ma vedo ancora il Milan con una punta e con questo modulo non si va da nessuna parte”.
L’erede di Montella in queste settimane è tornato alla difesa a 4, tipica dei 30 anni con il cavaliere, utilizza però il tridente, con Suso nella posizione prediletta, di esterno. “Sono ancora tifosissimo – insiste l’ex presidente -, vedo il Milan giocare in un certo modo, sento un dolore forte e quasi non riesco a seguire tutta la partita. Un amico ha rivisto per me tutte le gare della scorsa stagione, non c’è un solo cross utilizzato positivamente dal centravanti. Occorrono due punte, una delle quali dev’essere Suso, e alle loro spalle Bonaventura, trequartista, alla Kakà, e in fondo non è molto inferiore”.
Forse all’ultimo Kakà, perchè rispetto al Pallone d’oro del 2007 è lontano anni luce. Il brasiliano è stato l’ultimo giocatore della serie A a vincerlo (da allora 5 trionfi per Messi, alternati ai 5 di Cristiano Ronaldo) e giusto 10 anni fa il Milan si aggiudicava l’ultimo trofeo internazionale. Ora il dg Fassone lo rivuole come dirigente, alla Nedved per la Juve, nel ruolo rifiutato da Paolo Maldini. “A me piacerebbero tante cose – annota Berlusconi -, non solo il ritorno di Kakà. Soffro perchè certi giocatori non sono più a Milano, mentre i subentrati non sono all’altezza”.
Tornando alla tattica, Berlusconi da sempre si sente allenatore… “Le ali devono essere i nostri terzini, ne ho parlato con Sacchi, Ancelotti e Capello, sono tutti concordi. A tutti i tifosi del Milan, in lutto, dico di sperare in bene, esercitiamo una pressione corale affinché torni a giocare come deve”.
Sabato, con l’Atalanta, l’ex proprietario potrebbe essere accontentato: con la squalifica di Suso il turco Calhanoglu dovrebbe posizionarsi dietro a Cutrone e André Silva.
Il closing con il cinese Li Yonghong è di aprile, da allora il Milan ha speso quasi 250 milioni, Berlusconi naturalmente sottolinea che i veri fuoriclasse li aveva portati Galliani: “Sono solo Suso, Bonaventura e Donnarumma, della vecchia gestione. I due sono esiliati sulle ali, lì scartano magari tre uomini in sequenza eppure restano lontani dalla porta: capitava così già nella scorsa stagione, magari un tempo senza tiri in porta. Ringhio dovrebbe ascoltare i tre grandi ex allenatori e varare un Milan propositivo, che mi ha reso il presidente di club più vittorioso al mondo”.
Intanto Gattuso prosegue nel ritiro a Milanello, con la doppia seduta quotidiana. Servono altri 4 mesi per rivedere Andrea Conti, uno dei grandi colpi dell’estate. “Allora – chiarisce Fassone – c’era euforia persino eccessiva. Restiamo insieme verso gare che assumono un rilievo speciale, servono anche gesti simbolici, di un vecchio calcio”. Mercoledì c’è il derby di coppa Italia, il Milan non può perderlo, per non approfondire le distanze stagionali dall’Inter, a +16 e in lizza per lo scudetto. Mentre l’altra proprietà cinese rischia di mancare l’Europa, nonostante basti il 7° posto, ambito da 6-7 squadre. Vanni Zagnoli