Nella foto in copertina: Paolo Lavezzini con la fidanzata Eleonora
Vanni Zagnoli
Un salsese ha vinto le olimpiadi sul piano gastronomico. E’ diventato una star, in Brasile, e nello scorso mese ha vissuto il momento più delicato ed esaltante della carriera, con 600 coperti da gestire, quotidianamente.
Paolo Lavezzini, 37 anni, è il figlio di Rino, l’allenatore di Fidenza, classe 1952, da una vita nel calcio. Adesso è osservatore per il Padova, in Lega Pro, dopo un biennio da vice, ma dall’85 è sempre stato in panchina: Polesine, Soragna, le giovanili al Fiorenzuola, al Fidenza e al Parma, poi lo sbarco tra i professionisti, da Montevarchi alla Carrarese, dal Giorgione al Pontedera, con tappa significativa a Catanzaro. Quindi Lavezzini guidò la Massese, poi il Mantova, il Viareggio e la Poggese. Nel 2002 il debutto in B, al Genoa, accanto a Torrente, poi la primavera del Grifone. Un’esperienza in Lituania, il ritorno alla Lavagnese, la Romania al Petrolul Ploiesti, quindi la primavera del Livorno, la Carrarese, di nuovo la primavera, al Vicenza e la discesa fra i dilettanti, in Toscana.
Parallelamente, la carriera del figlio Paolo, fuori Parma da quando aveva 19 anni, ovvero da quando papà Rino cedette l’abitazione di Salsomaggiore per trasferirsi a Marina di Carrara, dove molti parmensi hanno la seconda casa.
“Frequentai l’istituto Paciolo a Fidenza – racconta Lavezzini junior -, poi l’alberghiero a Massa, in Versilia. Intanto giocavo a calcio, facevo il difensore centrale e nel Parma arrivai sino agli allievi. Ero in squadra con due futuri campioni del mondo, Gigi Buffon e Simone Barone”.
Alla morte della nonna Laura, seguì il padre a Marina, ma lasciò il calcio. “Non aveva grandi prospettive, onestamente”, annota ora il padre. Era più appassionato di ciclismo, al punto che divenne campione italiano di bmx, la mountain bike, sorta di motocross in bici, che ha portato Marco Aurelio Fontana al bronzo di Londra 2012.
Ma è in cucina che è diventato un fuoriclasse, lavorò in Francia (all’Athenee di Alain Dukasse, di Parigi), a Miami e a New York. E’ in Brasile da 4 anni e a luglio il suo Fasano al mare è stato premiato come miglior ristorante italiano a Rio. Paolo compare anche in un programma gastronomico in tv, in Brasile. “I legami con la mia terra restano nel cuore – racconta tramite whatsapp -. Quando torno in Italia, faccio sempre un salto a Salsomaggiore e non dimentico di portare in Brasile Parmigiano Reggiano e salame di Felino”.
Nelle settimane olimpiche, neanche aveva tempo da passare con la fidanzata Eleonora Nicodemi, 33 anni, di Marina di Carrara. “Ho 45 cuochi da coordinare, l’impegno è grande e saltava persino il giorno di riposo. Ho lavorato in occasione di due coppe del mondo, in Francia del ’98, e qua in Brasile, due anni fa ma non c’erano questi numeri. Dormivo 4 ore a notte, finivo di lavorare alle 2, restava giusto qualche minuto per correre, alle 7 del mattino”.
L’hotel Fasano, a Ipanema, è il più frequentato dai vip e allora Lavezzini procede fra riunioni e piatti. E’ stato intervistato anche da Rai e da Eurosport.
In Brasile la cena si chiama Jantar, Lavezzini propone una cucina solida e gustosa, ispirata alla tradizione, con, per esempio, il pargo rosso in crosta di sale. Ha lavorato anche al 3 stelle Michelin dell’enoteca Pinchiorri, a Firenze, crea armonie culinarie aggiungendo contaminazioni sapientemente equilibrate, con prodotti della terra brasiliana.
La guida Michelin del Brasile lo gratifica così: “Fasano Al Mare trae la sua ispirazione dal Mediterraneo. Questo è uno di quei ristoranti dove tutto è impeccabile. La posizione di fronte alla spiaggia di Ipanema è superba e così il suo menù realizzato da piatti di riso, pasta fatta a mano, pesce e carne e con una la carta dei vini con più di 300 etichette di grande pregio”.
Come il ristorante di questo salsese.