http://www.gazzettadiparma.it/news/sport/360647/Torna-il-derby-con-la-Reggiana.html

Vanni Zagnoli
A 54 anni, Georges Grun lavora per Rtl, l’equivalente di Mediaset in Belgio. “Qualche minuto di analisi dopo la partita, poiché dopo il mondiale 2014 non abbiamo più le immagini”. Abita a Genval, a un quarto d’ora da Bruxelles e in questi giorni è negli studi della capitale. Si è risposato con Caroline, 52 anni, e dal primo matrimonio ha due figlie, Lola di 25 e Jenna, 22.
Georges, lasciò il calcio a 33 anni. Perché non ha fatto l’allenatore?
“Presi il diploma, mai però c’è stata l’occasione di iniziare in panchina. Subito ho intrapreso la strada della tv, va bene così: 5 stagioni con Canal Plus Belgio, poi con Rtl per campionato, Champions, Europa league e pure per la nazionale”.
Sa che sta per tornare il derby con la Reggiana?
“Sì, perché ho parlato al telefono con Gigi Apolloni, la scorsa settimana. E poi ho amici che mi raccontano la ripartenza: c’è ancora Minotti, il presidente è Scala, Melli commenta per Sky. Mi sento anche con Carlo Guatelli, padre di Antonella e di Andrea, portiere cresciuto nel settore giovanile crociato, adesso al Chiasso, in Svizzera, dopo anni in Inghilterra, al Portsmouth: quando torno a Parma vado a pescare con il papà”.
E quando ritorna?
“Ogni anno. Anche la scorsa settimana, dipende dagli impegni. L’ultima volta al Tardini, invece, è stato per la partita del centenario. Apprendo da voi che Mike Piazza prende la Reggiana, non avendo evitato il fallimento crociato. Fra i giocatori ricordo solo Alessandro Lucarelli, l’unico ex serie A”.
Il Parma risalirà subito almeno in B?
“Lo spero. Che vada sempre più in alto, mi spiace per quanto è successo, resta una bella piazza in cui giocare, come pubblico e ambiente”.
Qual è il ricordo più bello?
“Già il primo anno, la qualificazione Uefa, al debutto in A. E poi la coppa delle Coppe, ogni stagione ebbe un traguardo importante. Anche l’ultima, per la finale persa con l’Arsenal. Arrivai a 28 anni, ho imparato tanto dal calcio italiano”.
Come inquadra Belgio-Italia?
“Per noi è la partita più difficile, da non perdere, per evitare che vengano dubbi. Abbiamo una squadra veramente forte, mai tanti talenti assieme, nella storia giallorossa: aspettiamo solo un risultato, in coppa del mondo o agli Europei”.
Anche Grun fece parte di una bella generazione…
“A Euro 84, in Francia, siamo usciti subito: battemmo la Jugoslavia ma perdemmo con i blues di Platini e la Danimarca. Nell’86, arrivammo in semifinale mondiale con l’Argentina. A Italia ’90 l’uscita con l’Inghilterra negli ottavi, gol di Platt ai supplementari. E in Usa sono stato compagno del ct Wilmots: nel ’94 fu la Germania a eliminarci, sempre al secondo turno. Questo Belgio è ancora più forte, il Paese spera tanto nel primo titolo”.
Cosa manca, allora?
“Si fatica a fare bel calcio, ogni successo è ottenuto sul filo di rasoio. Con questa qualità, ci aspettiamo di più, per questo la stampa critica: è ancora viva l’eliminazione mondiale ai quarti, con l’Argentina. I diavoli rossi giocano timorosi, non sono liberi, Wilmots insiste sulla difesa, la precauzione è eccessiva, perché possiamo imporre il gioco”.
E Conte chi deve temere?
“Hazard, se è in giornata positiva, ha una tecnica incredibile. Sui calci d’angolo e di punizione Fellaini è il nostro joker, avanza e di testa è forte. Il migliore è De Bruyne, del City, straordinario anche per intelligenza. Punto debole è la difesa, ha perso due infortunati: Kompany (City) e Lombaerts (Zenit), sugli esterni giocheranno Ciman, origine veneta, ex Standard, adesso in Canada, e Vermaelen, che al Barcellona ha perso quasi tutta la stagione. In alternativa c’è Jordan Lukaku, dell’Ostenda, fratello dell’attaccante”.
L’Italia in cosa è superiore?
“Per esperienza e disciplina tattica. Se segna, sarà difficile rimontare. Avete malizia, la difesa della Juve e notevole esperienza. Occhio a Pellè, a De Rossi: non ci sono più Pirlo nè Gattuso, ma se i talenti si ritrovano vale i primi posti”.
A cura di Giangabriele Perre