L’integralità del racconto di Missiroli, per la Gazzetta del Sud
Vanni Zagnoli
Sassuolo
Simone Missiroli è tornato il missile. Due anni fa era a tutta pagina su Avvenire e sui quotidiani sportivi e sugli emiliani, era da nazionale, sarebbe stato convocato, da lì è iniziato un calvario, fra infortuni e rientri, fra vittorie, sconfitte e panchine, tra lavoro tattico e attesa, pazienza e virtù. Due anni senza gol, sino a sabato, a Roma, pesantissimo 1-1 all’ex maestro Eusebio Di Francesco.
A 31 anni, Simone è di nuovo da nazionale ma probabilmente è tardi, perchè per Euro 2020, ne avrà 34. Ecco, il missile nell’attuale condizione avrebbe meritato di essere titolare con la Svezia e forse sarebbe finita diversamente. Il missile è stata una scoperta di Fulvio Pea, allenatore adesso a Piacenza. Lo volle a tutti i costi, dal Cagliari, era stato in A al Treviso, a 20 anni, a Sassuolo sfiorò la promozione in A, perse la semifinale playoff contro la Sampdoria, allenata da Iachini. Simone lì era elegante, ma poco incisivo, con Eusebio Di Francesco si è imposto anche in Europa. O meglio, nella storia della qualificazione in Europa league ha subito, giusto due anni fa, il primo stop, quando era davvero al massimo della condizione. Con quella altezza è agilità è sempre stato un po’ l’Ibrahimovic italiano, per la verità pochissimo goleador, per nulla punta, ma corri e tira, lancia e difende, copre e riparte. Poche ammonizioni, grande fairplay.
Nella galleria di immagini che abbiamo di Simone, seguito centinaia di volte, al Mapei e dalla tv in trasferta, e pure al Ricci, negli allenamenti, ci fu la doppietta con il Catania di Maran, nella prima stagione del Sassuolo in A. Lì gli etnei cominciarono il precipizio mentre i mapeisti avviarono la rimonta salvezza, poi la corsa all’Europa, quella favola inebriante con l’ex ds del Catania Guido Angelozzi e con Berardi, naturalmente.
Ecco, se Missiroli è tornato l’espada del calcio italiano, con quei coast to coast palla al piede, Domenico è al flop, anzi bersagliato dalla critica, perchè non è sempre il peggiore. Missiroli si avvia a essere il migliore del girone di ritorno, seguito da 6 anni da Francesco Romano, l’ex regista del Napoli di Maradona, biscudettato.
Missi, qual è stata la chiave per fermare la Roma all’Olimpico?
“La preparazione della partita è stata sicuramente perfetta. Non abbiamo concesso tantissimo e creato molte occasioni. Alla fine siamo riusciti ad agguantare il pareggio”.
Il suo gol viene da un’azione perfetta, anche nei tempi d’inserimento…
“In allenamento mister Iachini ci dice sempre di buttarci in area, per creare quell’effetto sorpresa che possono dare le mezzali. Sabato è andata bene, in passato magari non arrivava la palla mentre all’Olimpico sono stato bravo nell’andare a cercarla”.
Il gioco di Eusebio Di Francesco produce meno occasioni e appena 2 gol.
Siamo stati sicuramente bravi noi, abbiamo anche noi i nostri meriti perché con il nuovo allenatore abbiamo preparato bene la partita: eravamo sempre compatti, corti a cercare di non dare spazi in mezzo al campo, anche lasciando le fasce laterali per poi coprirle con le mezzali, e alla fine è andata bene. A Eusebio ho detto “Mister, era scritto che oggi ti avrei segnato”.
Cosa vi ha spiegato, invece, l’arbitro Orsato dopo aver annullato il gol di Florenzi?
“Che la guardava sullo schermo, quindi ero sicuro che fosse fallo perché era troppo netto, non avevo dubbi”.
Che compagno è stato Paolo Cannavaro, cosa lascia in eredità al calcio italiano e al Sassuolo?
“Un grande vuoto perché è stato un esempio. E’ arrivato a Sassuolo dal Napoli con grande umiltà, ci ha dato dei consigli, è un amico e un calciatore esemplare. A noi mancherà tanto, sicuramente. Ragazzi, Cannavaro è un mese che piange… Secondo me ha versato più lacrime in questi ultimi giorni che nel resto della sua vita”.
Ora lei come sta?
“Ho passato un anno e mezzo costellato da problemi fisici, ma adesso sono davvero contento. E il mister è un martello, tiene noi giocatori in campo ore ed ore e in partita chiede grande compattezza e di ripartire. Anche dal punto di vista mentale e caratteriale qualcosa è cambiato: sappiamo reagire ai momenti di difficoltà”.
Da “Gazzetta del Sud”