Vanni Zagnoli
“La differenza, nello sport, la fanno le motivazioni. Sempre”. Sembrava una banalità, è la verità. Anche nella vita.
Così mi rispondeva Carlo Ancelotti, a Parma. Già, so di dare un dispiacere ai tifosi della Reggiana, a nominare il crociato, ma una volta restai solo con lui, allo stadio Tardini. Non ricordo se fu intervista o meno ma in quella frase c’è tanto di Carlo. Conosciuto a Reggio, in quella cavalcata verso il ritorno in serie A, seguito in quel biennio crociato, assieme a Pietro Strada, e poi incrociato in sala stampa, in Emilia e non solo, fra Juve e Milan, Napoli la scorsa stagione. A Reggio, al Città del Tricolore, si presentò ai giornalisti il figlio Davide: “Per me è un’emozione essere qui, anche se quando il papà iniziò ad allenare la Reggiana ero piccolo. Ho visto i filmati, ho visto la Reggiana”.
Quel giorno, di Sassuolo-Napoli, Carlo non venne a parlare con i giornalisti, era troppo addolorato per la morte di Alberto Bucci, l’ex presidente della Virtus Bologna. Che gli aveva fatto da consigliere, per anni, anche al Bayern Monaco, con la sua battaglia per la vita.
Carlo è il calcio, Carlo è il più grande personaggio che sia passato dalla Reggiana, per longevità ai massimi livelli: Taffarel è stato campione del mondo da titolare ma non era così bravo, in senso assoluto, neanche da portiere. Ancelotti non ha eguali, nel mondo, per quanto è stato da calciatore, pur penalizzato da due gravi infortuni, e per quel che è da allenatore, per la continuità ai massimi livelli.
Carlo non ha praticamente mai sbagliato. Ha vinto ovunque, anche a Parma, ma da centrocampista. Da allenatore, venne congedato da Calisto Tanzi dopo due anni di grandi piazzamenti e fu la sua fortuna.
L’Ancelotti allenatore fu una grande intuizione di Franco Dal Cin, una delle tante. Era in bilico, dopo il 4-1 di Pescara, il manager friulano lo difese e Ancelotti nel ’96 riportò la Regia in A. La squadra base era: Ballotta; Tangorra, Gregucci, Cevoli, Tonetto; Schenardi, De Napoli, Colucci, Strada; Simutenkov, Rizzolo. E poi Orfei e Caini, Mazzola e Di Mauro, Sgarbossa e Pietranera.
Si portò ovunque, per quasi 20 anni, l’amico William Vecchi, ritornato a Reggio, con Mike Piazza. “Seguo la Reggiana con particolare affetto – ha detto Carlo a Margherita Grassi, di Telereggio, che l’è andato a trovare a Castel Volturno -. Le auguro di tornare in alto il prima possibile”. Idea. Perchè Doriano Tosi non offre la panchina ad Ancelotti junior? Difficilmente accetterebbe però vale la pena provarci.
Da “Forza Reggiana”