Enordest.it. Quando il pallone rotola nel delitto e l’arbitro fischia dopo 35 anni!

(enordest.it)

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Vanni Zagnoli

“Mi ha disonorata”.

Isabella Internò ha fatto uccidere Denis Bergamini e, finalmente, si è presa 16 anni, a mio avviso pochissimi, a proposito di femminicidi, in questo caso è stato un omicidio, appunto.

Negli anni, ho lasciato spesso le mie proverbiali note vocali, anche magari notturne, a Donata Bergamini, la sorella di Donato, Denis, il centrocampista del Cosenza ucciso nel 1989. “Ragazzaccia”, le ho detto un giorno, naturalmente scherzavo, lei se l’è presa.

Abita a Ferrara, mi ha sempre detto che di persona mi avrebbe consentito una bella intervista, ogni volta che andavo per la Spal o per le nazionali, under 21 e femminile, mai mi è venuto alla mente, in genere mi invito a casa di Ruben Buriani, ex azzurro, e dei pochi altri che ho in mente, naturalmente a vuoto. Un giorno andrò, troverò il coraggio, perchè la vicenda è dolorosissima.

Tifavo, assolutamente, per la condanna di Isabella, esacerbato, lo sapete, dai comportamenti vergognosi del domenicano in casa mia, con sponde anche da parte di nigeriani e dei calabresi del capannone.

Non paragoniamo, ovviamente, aggressioni per non pagare l’affitto e le utenze a un omicidio, però diciamo io ho voglia di giustizia, in generale, da emarginato dalle grandi avventure giornalistiche.

Giustizia. Per Isabella Internò, la vittima è lei: “Mi ha disonarata”.

Quanto volte è capitato a me, a me con mia moglie, a me con amici, con colleghi. Quante volte mi sono sentito disonorato da steward, da hostess, da personaggi in genere che cerco di intervistare o di riprendere. Quante volte sul mio giornale ho raccontato fatti privati, intrecci, non come vendetta, ci mancherebbe, ma in base al diritto di cronaca.

“Mi ha disonorata”, quel tema è molto delicato e sapete che io sono uno specialista del colore e del costume e delle tematiche legate al sesso. Che studio, in giro, la sera, la notte, fra scambisti e lapdance – non più – fra ristoranti e birrerie, tra bar e caffè, tra eventi e presentazioni di libri, la seduzione e l’arte del no, il coinvolgimento emotivo e il distacco, le relazioni aperti e l’omosessualità e il lesbismo. 

“Mi ha disonorata”, forse l’ho letto su La Stampa, su fanpage.it, devo spiegarlo con termini diretti. 

Denis Bergamini ebbe un rapporto sessuale non protetto con Isabella Internò quando quella non era ancora maggiorenne, la mise incinta, rifiutò di sposarla. Perchè capiva che era patologica, la sua gelosia, ossessività, possessività.Denis era un calciatore, un bello, sapete che quanto romanziamo sulla bellezza, che dà autostima, che fa vivere alla grande, uomini e donne che sono concupitissimi, da ragazzini e anche da anziani, per davvero.

Il piacere di piacere, di essere avvicinati, sedotti, del sesso, delle grandi prestazioni sessuali, appunto, stop, ci fermiamo con la morbosità.

Ecco, Denis era un ottimo centrocampista di serie B, di un ottimo Cosenza, era destinato alla Fiorentina o al Parma, che sarebbe salito in A, potenzialmente era nazionale, era biondo e, come tutti i biondi, soprattutto le bionde, piaceva.

Gli sportivi sono idolatrati, non solo per i soldi ma perchè si allenano tanto e allora il corpo è bello, fa sognare e ritorniamo all’atto sessuale.

Avrete letto che adesso in Spagna i calciatori fanno firmare alle ragazze con cui vogliono avere un rapporto un consenso preliminare, noi siamo d’accordo. Aspettiamo di capire come andrà a finire per Manolo Portanova, l’attaccante in prestito dal Genoa alla Reggiana condannato a 6 anni per violenza sessuale di gruppo, ovvero con il cugino, nei confronti di una ragazza che aveva già denunciato un altro.

Questo è un giornale serio, molto serio, e certi vocaboli li usiamo mal volentieri. Il modulo per il consenso è in varie forme, si trova facilmente online, in varie lingue, si parla anche di penetrazione accidentale. Insomma è un contratto con il quale un uomo si tutela: “Eri d’accordo a fare l’amore, a fare sesso con me, senza se e con pochi ma”.

Siamo d’accordo nel senso che il filo è sottilissimo, una donna ha diritto a dire di no in ogni momento, a pretenderlo, a far fermare l’uomo, a evitare un rapporto che le procura magari dolore, fisico, psicologico, mi fermo, non è un trattato per playboy. Un giornalista che scriveva lì oggi firma su La Gazzetta dello sport, cambia il mondo.

Ecco, oggi c’è il sesso e non l’amore, c’è l’amore fatto una volta che crea un bambino, magari non voluto.

Denis non voleva sposare Isabella, aveva troncato la relazione ma sarebbe stato felice di mantenere il piccolo, lei volle abortire, lo fece al quinto mese di gravidanza e all’epoca andò in Inghilterra per farlo, dal momento che in Italia era già tardi.

Penso a Zaniolo, il trequartista ora all’Atalanta, mette incinta la fidanzata e poi si lasciano, lei abortisce, è Sara Scaperrotta. Lo rifanno, la seconda volta lei tiene il bambino e lui manderà gli alimenti, intanto Nicolò Zaniolo ha già avuto altre storie, adeguatamente vantate sui social.

Trentacinque anni fa non c’erano i social, c’era la cultura del sud, calabrese, imperante, laggiù.

“Mi ha disonorata”. 

Chiedo scusa per il reality, Denis aveva privato Isabella della verginità a 16 anni o giù di lì, poi non l’aveva sposata, l’aveva lasciata, lei si è sentita usata.

Lei era innamorata, ovviamente, lui molto meno, lei non ha più e mai accettato l’allontanamento e lo disse alla moglie di Maurizio Lucchetti, attaccante poi al Vicenza. “Meglio morto che con un’altra”.

E i parenti, di sicuro, a darle ragione.

E’ come se quando a me viene un brutto pensiero, ovvero, chessò, rivelo su youtube il tal retroscena su un personaggio o su un giornalista, mia moglie mi incitasse a proseguire, al contrario mi ha sempre di evitare, al massimo rispetto della privacy. Ma è giornalismo, non vendetta.

La vendetta, al sud è ancora forte. I calabresi hanno un senso dell’onore molto forte e discutibile e particolare, i familiari di Denis lo sapevano e Denis non doveva pagare per questo.

Credo fosse facile. Ci si può riunire come famiglia e ordinare a Isabella il basta, lascialo stare, dimenticalo. Ti avrà disonorata, gliel’hai detto, possiamo anche trovarci tutti insieme anche con la famiglia Bergamini ma poi basta. Invece, l’hanno incentivata, al punto che uno zio, direi, è accusato, ora, forse, di essere l’esecutore materiale.

Ma dico come si fa a essere talmente accecati dall’odio da far uccidere un proprio ex e poi simulare il suicidio sotto un autocarro?

Come si fa a disperarsi al funerale, di fronte a fotografi e telecamere, a teatralizzare, e poi a ingannare il dopo facendo sesso con un ex compagno di squadra? 

Qui non vogliamo citarlo, ma le fonti sono chiare, abbiamo letto.

Immaginate se anche io mi separassi da mia moglie, credete che lei la settimana dopo sarebbe a letto per un altro? O persino dopo avermi fatto uccidere?

E’ donna anche mia moglie, Silvia, agli antipodi, ama gli animali e detesta i litigi, le discussioni, fa un’azione preventiva.

Se una coppia non gira, meglio lasciarsi, in buoni rapporti, senza gelosia, senza possessività, senza scenate.

Leggevo, sempre, che per Isabella Internò Bergamini era un buon partito, un calciatore è bello, dicevo, allenato, famoso e ricco, il massimo per una bellissima, una conturbante, guardate le foto, di allora e il viso di oggi, una signora affascinante lo è sempre e per sempre. Lo sguardo malizioso di fine anni ’80 è lontano da una donna vera, come mia moglie, sobria, serena, normale.

Sono attento alle parole perchè il sessismo è a un passo. Quando una ragazzina e poi ragazza e poi giovane e poi donna è molto affascinante, usa la sua bellezza per conquistare, vediamo Maria Rosaria Boccia, che peraltro a 42 anni, e poi lasciare.

Isabella non accettò di essere lasciata. “Mi ha disonorata”.

Qui siamo molto seri, la verginità è un valore, oggi quasi un disvalore.

Nello scorso decennio giravamo ancora di più, armati di smartphone, a raccontare la cultura giovanile. Una sera al Macao 51, sulla via Emilia verso Modena, ci fermiamo nella sala giochi e a fare il filtro sugli ingressi spicca un giovane basso e muscoloso, che iniziamo a raccontare. La palestra, i ritmi, al sicurezza, le ragazze. “In tante vogliamo avere il primo rapporto con me”, dice fuori onda.

Siamo a questo, oggi. 

Torniamo al nostro leit motiv, la fisicità. Siamo tutti uomini, qualcuno è super uomo, inteso come attributi, come tutto e allora fa sognare e sogna, in tante lo cercano ma mica per sposarlo. Anzi, oggi la corsa delle giovani è a perdere la verginità presto, a fare la corsa con le amiche a raccontare il sesso, a raffrontare, a vivere al meglio, a giocare con i ragazzi, a divertirsi, allo sballo, all’alcool, alle droghe. Oggi, soprattutto al nord, sarebbe difficile immaginare quel “mi ha disonorata”.

Qualcuno, peraltro, si sente disonorato da una mia chiacchierata, da una mia domanda e infatti poi io spiego e se richiesto posso anche oscurare il videoracconto, soprattutto se capisco la buona fede. Se invece sono stato preso in giro io, irrispettato come professionista, non mi presto e spiego.

Isabella era giovane e vendicativa, purtroppo, bstava avesse dimenticato Denis, bastava che i parenti e gli amici e le amiche le avessero detto di girare pagina, come aveva fatto dopo l’omicidio, ovvero ebbe un flirt con un ex compagno, al punto da essere ribattezza la vedova allegra.

Resta un fatto. Anche solo ideare un omicidio, in questo caso sarebbe stato uxoricidio, è molto grave, patologico, metterlo in pratica coinvolgendo un parente, premeditarlo è incredibile.

L’ha fatta franca per 35 anni, è stato un errore degli investigatori dell’epoca, bastava effettuare una buona autopsia, ma quale suicidio, balle. Una messa in scena vergognosa. Le telefona, la invita a un confronto finale e lì scatta l’aggressione, mortale, lo strangolamento, se ho letto bene, e poi lanciano il corpo in strada perchè venga travolto da un camion. L’autista doveva andare alla polizia e spiegare che il corpo è stato spinto là sotto, certo rischia la vita anch’egli. Quanti avrebbero il coraggio di esporre la propria per il senso di giustizia?

Sedici anni sono pochi, per me era sacrosanto l’ergastolo, perchè le attenuanti sono minime, tantopiù oggi. Ma quale disonorata, dai. Ma se pochi giorni il funerale Isabella Internò in vacanza a Salerno, a casa della famiglia di un compagno di Denis fa l’amore con questi, nonostante sapesse che era felicemente fidanzato o sposato, o con una persona appena conosciuta laggiù, non ricordo, non ho voglia di rileggere, cambierebbe poco.

Disonorata e poi ti comporti così, dopo avere finto il pianto al funerale. La moglie di quel calciatore la vide, all’epoca, serena, come se il fidanzato non si fosse levato la vita.

Mai più, ecco. Queste storie devono servire alla collettività per migliorare i rapporti.

Conosco una persona che l’ha giurata all’ex marito che la tradiva, nonostante lei fosse molto seducente e anche vitale, insomma una gran donna.

Le reazioni sono individuali, esistono persone miti e altre furibonde.

Denis ha avuto giustizia, la sorella Donata anche, per il padre, scomparso, e per la madre, che non sta bene. Per l’Italia intera. Isabella Internò deve pagare, 16 anni non valgono la vita che lei ha stroncato, Denis aveva 27 anni, lei 20, quando l’ha fatto uccidere. Si conobbero che lei forse ne aveva 15, la differenza di età in adolescenza incide ancora di più. Penso alla fragilità delle giovani di oggi, ne ho sentite alcune dal 2020, in via Bismantova, al parco davanti alla chiesa, dove Claudio Andrè Taffarel giocò il torneo parrocchiale di Reggio Emilia da campione del mondo ma disoccupato, dopo Usa ’94, con il Brasile. Il Parma l’aveva presto alla Reggiana che, dopo la salvezza, non lo confermò e allora lo scrissi anche per il Corriere della Sera, per Tuttosport, per alcune altre testate. Lì ho sentito la cultura giovanile, la possessività di un giovane nei confronti della fidanzata. “Io posso fare sesso con chi voglio, lei è mia”.

Ma ci torneremo. Purtroppo, Denis non torna più. Aspettiamo che paghi qualcuno anche per altri cold case. La giustizia dovrebbe arrivare subito, non dopo 35 anni e grazie a un avvocato fuoriclasse, Fabio Anselmo, di Ferrara, mancato sindaco.

La prima stesura dell’articolo pubblicato su “Enordest.it”

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