https://www.enordest.it/2023/11/19/per-il-napoli-ce-walter-lusato-sicuro/
Vanni Zagnoli
Io sono di parte, perchè Walter Mazzarri è un amico. Lo è per me, viceversa non lo so.
Abbiamo un bel rapporto personale, da una dozzina d’anni, almeno, da quando gli facevo domande in sala stampa o in mixed zone.
Pur essendo un suo grande estimatore, spesso la domanda è uscita critica, nel senso che non ho mai fatto sconti, ovvero evidenziavo la sua rinuncia, spesso, al possesso palla, a beneficio soprattutto del gioco in velocità, della ripartenza. Mazzarri magari poi mi salutava, assieme al giornalista bassanese Antonio Finco, che da anni lo segue in tutte le sue avventure, e mi faceva notare che in realtà non ero stato tenero, con lui.
A Mazzarri posso lasciare un messaggio vocale nel cuore della notte (il numero è sempre quello, da quando allenava la Pistoiese) e lui ascolta e risponde. Unico, nel rapporto grandezza disponibilità. Ma non l’unico, perchè in tanti anni sono riuscito a stabilire un bel feeling con parecchi tecnici.
E a Napoli ritrova Giuseppe Santoro, ritornato con De Laurentiis due anni fa, da team manager, ed era il più fidato dei collaboratori di Walter.
Walter, dunque, dopo un decennio torna a Napoli. L’aveva portato al punto più alto, in Champions league, gli ottavi di finale persi ai tempi supplementari, a Londra, contro il Chelsea, prima del quarto recente con Luciano Spalletti, perso contro il Milan in particolare per le assenze di Kim e Anguissa, al ritorno.
L’altro collaboratore storico di Walter Mazzarri è Nicolò Frustalupi, era già rientrato in Campania, ma alla Youth league, cioè nella squadra Primavera che disputa la Champions giovanile.
Frustalupi è figlio di Mario, campione d’Italia con la Lazio, mezzo secolo fa, e poi scomparso in incidente stradale. Nicolò era anche noto per essere il fidanzato della presentatrice Jolanda de Rienzo, che in tv a Napoli difendeva proprio la squadra in cui c’era anche il compagno, al punto di essere cacciata in diretta dallo studio da Walter de Maggio, firma di Mediaset e di Kiss Kiss.
La valutazione su Walter Mazzarri va fatta sulla carriera intera, lasciando da parte l’ironia, sulle presunte scuse per giustificare prestazioni. Non è un piangina, analizza semplicemente la situazione, senza battute.
Non fa giocare benissimo ma ha sempre fatto risultati, all’Inter non meritava di essere lapidato e dunque esonerato. Aveva come presidente l’indonesiano Thohir, che investiva poco, la rosa non era eccezionale, colse un 5° posto dignitoso e l’anno successivo venne sollevato per 16 punti in 12 gare, a novembre. Appunto lo prendeva in giro Fabrizio Biasin, all’epoca su ilsensodelgol.it, perchè spiegava, chessò, la mancata vittoria interna con il Verona con il terreno pesante, che in effetti favorisce chi si deve difendere.
Biasin è ai caporedattori a Libero, il quotidiano diretto ora da Mario Sechi, negli ultimi 7 anni è soprattutto un fenomeno del web, fra i giornalisti con le maggiori interazioni, e allora anche stavolta su Twitter ha bersagliato l’allenatore livornese.
“Ciao capitan Di Lorenzo, come giocavate l’anno scorso?”.
“Mah, in genere giocavamo 4-3-3 con Meret, io, Rrahmani, Kim, Mario Rui, Anguissa, Lobotka, Zielinski, Politano, Osimhen, Kvaratskhelia. Se non c’era Osimhen uno tra Raspadori e Simeone”.
“Ok, ragazzi, pensavo di giocare con un 4-3-3: Meret, Di Lorenzo, Rrahmani, al posto di Kim ci metto Natan, poi Mario Rui, Anguissa, Lobotka, Zielinski, Politano, Osimhen, Kvaratskhelia. Raspa e Simeone state pronti che poi entrate”. Se fossi il nuovo allenatore del Napoli io farei questa scelta rivoluzionaria”.
Da un lato Biasin non rinuncia alla sua ironia, così di successo su molti social, al punto che inanella ospitate ovunque, e dall’altro rende l’idea dell’errore di Rudi Garcia, l’avere voluto cambiare troppo, proprio.
Il Napoli era già in calo nel finale della scorsa stagione, proseguire con le scelte di Spalletti sarebbe stato più logico.
Personalmente mi aspettavo il flop del tecnico francese, non però sino a questo punto, ovvero di arrivare così rapidamente all’esonero.
Pensavo a un Napoli da quarta posizione, ma più vicino al vertice della classifica, con balbetii inferiori, soprattutto allo stadio Maradona.
Garcia è un buon tecnico ma non da squadra che vorrebbe raggiungere la semifinale di Champions, anzichè scendere a lui al posto di De Laurentiis avrei insistito con la Fiorentina per portare via Vincenzo Italiano, nonostante avesse una sola stagione di esperienza, in Europa.
De Laurentiis voleva Roberto Mancini, questi però ormai aveva deciso di finire in Arabia. Luis Enrique, ecco, al Barcellona sta faticando, comunque resta migliore di Garcia.
E Mazzarri?
Mazzarri al Watford non è andato bene ma si è salvato, era con la famiglia Pozzo, con Gino, in particolare, altro personaggio con cui ho un pizzico di feeling, si sono lasciati con una giornata di anticipo, Mazzarri sceglie di risolvere in maniera consensuale, quando capisce di essere non più così gradito.
Al Torino per un anno e mezzo è stato convincente, la terza stagione è stata invece negativa e, appunto, dopo i 4 gol subiti a Lecce, ha optato per la risoluzione consensuale. Proprio il presidente Urbano Cairo ne ha evidenziato la grinta, in questi giorni.
A Cagliari, Mazzarri sembrava avere rimesso in sesto l’annata, il crollo finale aveva portato all’esonero, due stagioni fa, dopo essere subentrato a Leonardo Semplici, aveva comunque 3 punti di vantaggio sulla zona retrocessione, nonostante la crisi.
Da allora Walter è rimasto fermo, ha continuato ad aggiornarsi, dalla sua San Vincenzo. E’ uno dei tecnici più pragmatici e preparati, tatticamente è fra i migliori, le sue squadre non sempre convincono sul piano del gioco, spesso il suo Napoli vinceva allo scadere, al San Paolo, allora si chiamava così, quando lui era rimasto in camicia, al freddo.
Sempre all’epoca una volta si fermò per stress, in realtà era tutto a posto, solo usura psicologica.
Mazzarri raccontava di non dormire dopo le partite, capita a tanti allenatori, di sentirle tanto, a 62 anni avrà un pizzico di self control in più.
Alla fine di questo video le nostre domande, quando guidava il Torino.
Mazzarri è stato spesso espulso, senza tuttavia mai degenerare, nelle proteste.
E’ il classico usato sicuro e un altro classico che evidenziamo regolarmente. Nel calcio italiano di alto livello piace sempre il come back, il ritorno. Cioffi a Udine, Ranieri a Cagliari, ma dopo 30 anni, Andreazzoli per la quarta volta a Empoli, naturalmente Allegri alla Juventus. Arrivare ai massimi livelli è difficile, tanti poi vengono richiamati quasi in automatico.
Ha un totale di 743 panchine, può decisamente puntare alle 1000, certo è lontano dalle 1373 della carriera di Claudio Ranieri.
Mazzarri proverà a riportare il Napoli in lotta per lo scudetto, almeno deve salvaguardare il posto in Champions. Dove basterà pareggiare in casa con il Braga, squadra portoghese, per raggiungere gli ottavi. In caso di semifinale, Walter vorrebbe restare, De Laurentiis probabilmente lo accontenterebbe, diversamente ripartirà alla caccia di Antonio Conte, perchè voleva l’ex ct dell’Italia, il quale però aveva accettato di subentrare solo al Tottenham e solo per l’amico Fabio Paratici, apprezzato alla Juventus.
Mazzarri completa la truppa di tecnici toscani in serie A. Allegri e Sarri, Baroni e Dionisi.
Un’altra battuta fulminante la scrisse Giampiero Timossi, ora direttore di Telenord, sui capelli di Mazzarri. “L’allenatore con in testa una pelliccia”. O qualcosa del genere. In effetti ha un’acconciatura unica.
La prima stesura dell’articolo pubblicato su “Enordest.it”