Enordest.it. Paralimpiadi: per la prima volta la Rai le tratta come grande sport

(enordest.it)

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Vanni Zagnoli

Sono iniziate le paralimpiadi. Fino a domenica 8 settembre a contendersi una medaglia saranno 4400 atlete e atleti appartenenti a 185 comitati paralimpici nazionali che competeranno in 549 eventi. 

A Parigi alle paralimpiadi gli azzurri sono da record, 141 atleti (70 donne e 71 uomini) impegnati in 17 discipline, guidati dai portabandiera Ambra Sabatini e Luca Mazzone.

L’Italia è sempre presente ai Giochi Paralimpici estivi dalla prima edizione, Roma 1960. Vanta in tutto 599 medaglie, 167 d’oro, 202 d’argento e 230 di bronzo. Si riparte dallo storico risultato di Tokyo, 69 medaglie (14 ori, 29 argenti, 26 bronzi) secondo solo a Roma 1960, un’edizione non paragonabile a quelle moderne per partecipazione (400 atleti per 23 Paesi) e per eventi medaglia in programma, 57 in tutto. In generale, non c’è soltanto Bebe Vio, dunque, sempre e comunque il personaggio azzurro, ma decine di storie e di personaggi che meritano almeno in parte l’attenzione dei normodotati.

Le prime giornate delle paralimpiadi vedono l’Italia nella parte alta del medagliere, certo la Cina è nettamente in testa, poi la Gran Bretagna, ma se il buon giorno si vede dal mattino sinora i risultati promettono bene. Difficile ma non impossibile bissare il record di Tokio. C’è stata qualche delusione, ma ci sono stati anche risultati sorprendenti. Intanto, gli ori azzurri sono nel nuoto, Stefano Raimondi vince i 100 rana SB9, Carlotta Gilli nei 100 farfalla S13 e Francesco Bocciardo nei 200 stile libero S5.

E’ da sport di serie A e non, come purtroppo altre volte è accaduto, di sport minore. Un segnale di civiltà e di cultura. Una buona lezione anche per il giornalismo. Le Paraolimpiadi non sono figlie di un dio minore, sono sport ad alto livello praticato da chi per far sport supera difficoltà enormemente più grandi rispetto agli altri.

Qualche nota finale sulle olimpiadi di Parigi 2024.
Nel nuoto, l’americana Katie Ledecky, 27 anni, dopo i 1500 vince anche gli 800 stile libero, è al 4° oro nella specialità in 4 olimpiadi di fila. Fanno 9 titoli a cinque cerchi, diventa la donna più vincente nel nuoto olimpico e raggiunge il record femminile di titoli ai Giochi di Larisa Latynina, ginnasta ex Urss con 9 ori centrati fra il 1956 e il 1964. Ha 90 anni e vive in Russia.

Nei tuffi, i tutti 10 nella prima esecuzione della cinese Quan, 7 giudici su 7, 3 anni fa ebbe un totale di 24 10. Fa ripensare ai 10 nella storia, della romena Nadia Comaneci a Montreal ’76, il primo 10 nella storia della ginnastica.
Sempre nei tuffi, fra le donne dalla piattaforma il bronzo della Corea del Nord. A Tokyo non c’era, a Parigi raggiunge 6 podi, fanno 62 nella storia olimpica, tanti per un paese povero e da sempre caratterizzato dal regime comunista.
Gli ori al femminile di Santa Lucia e di Dominica, non la Repubblica Domenicana. Sono fra i più inconsueti della storia.

Di Parigi sorprendono i 3 titoli dell’Iran, della Georgia, i 2 di Azerbaigian, del Bahrain, di Taipei, di Hong Kong, delle Filippine, dell’Indonesia.
Storico anche il titolo dei 200 del Botswana, un campione olimpico hanno pure l’Uganda e il Guatemala e il Pakistan. Un argento per il Kirghizistan. Due medaglie per il Kosovo, una per Cipro e le Fiji, per la Giordania e la Mongolia, Tagikistan. Un bronzo per Capo Verde e per Singapore.
Dopo la vittoria della squadra di basket femminile sulla Francia, gli Stati Uniti sono primi con 126 medaglie, 40 ori, 44 argenti e 42 bronzi. La Cina è seconda con 91 medaglie, 35 in meno, 40 d’oro, 27 d’argento e 24 di bronzo). Il  Giappone è terzo, davanti all’Australia, con 50 podi, di cui 18 d’oro.
Francia quinta con 64 podi, 16 ori: solo a Parigi 1900 fece meglio. Vedremo a Los Angeles 2028 se l’effetto Giochi ospitati proseguirà, come per il Giappone quest’anno, terzo nel medagliere.
L’Italia è nona, con 12 ori, 13 argenti e 15 bronzi, fanno 40 medaglie, esattamente come a Tokyo 2020. Come numero di medaglie sarebbe 7^, davanti a Corea del sud e Olanda.
Agli azzurri sono mancati i 5 ori nell’atletica di 3 anni fa. Da notare la conquista di un titolo olimpico in dieci discipline differenti (nuovo primato) e il primato di 19 discipline sul podio come in Giappone.

In base al numero di abitanti, comanda il medagliere la Nuova Zelanda con 20, 3,92 ogni milione d’abitanti, mentre l’Australia è quarta con 53, 2,06 ogni milione. Terza l’Olanda con coefficiente 1,94 a pari merito con gli ungheresi. L’Italia in questa classifica sarebbe decima. L’India è lo stato più popoloso del mondo con un miliardo e oltre 400 milioni di abitanti. A Parigi aveva 117 atleti capaci di raccogliere 1 argento e 5 bronzi.

Paesi Bassi davanti alla Gran Bretagna, in proporzione agli abitanti gli oranje hanno ottenuto risultati straordinari. Contano la capacità di investimento di ciascun Paese nello sport e il numero di praticanti e in quali e quante strutture si possano allenare, da noi l’attività sportiva di base non è sviluppata come in tante altre nazioni.

Un Paese dalle tante medaglie (20) ma dai pochi titoli (3) è il Brasile. Per la Polonia, 10 podi e un solo titolo.
Nel rapporto tra numero di atleti presenti (riserve escluse) e medaglie conquistate, il coefficiente di Cina e Stati Uniti è migliore rispetto a quello dell’Europa: un trofeo ogni 4,2 atleti per la repubblica popolare cinese, una medaglia ogni 4,6 atleti per gli Usa, mentre gli atleti Ue in gara sono stati 3.846 a fronte di 309 medaglie, che significa una decorazione ogni 12,4. Le 39 medaglie conquistate dai paesi africani rappresentano un risultato notevole. Sono 5 le nazioni europee a mani vuote, ovvero Finlandia (56 atleti + 1 riserva), Lettonia (29 atleti), Estonia (24), Lussemburgo (14) e Malta (5).

Il bello dei quarti, quinti e sesti posti. Sarebbe apprezzabile se venissero premiati, assieme agli allenatori. Organizzare proprio un grande evento con i migliori piazzamenti escluse le medaglie e con i tecnici, per insegnare la cultura della non vittoria a tutti i costi e la cultura dell’insegnamento. Bel gesto del presidente della Repubblica Mattarella nell’invitare al Quirinale anche chi è arrivato quarto. Per l’Italia 20 quarti e 25 quinti posti, connotati positivi in termini di profondità di movimento. Il tutto va anche pesato sull’assenza della Russia.

Di questa olimpiade ricorderemo anche le medaglie di gente normale, per bene, non re o regine dei social, come le tiratrici Silvana Maria Stanco e Diana Bacosi, la ginnasta Alice d’Amato e la velista Marta Maggetti che parlano sottovoce. Non vogliono essere personaggi a tutti i costi. Marta e Silvana Maria torneranno nell’oblio per 4 anni. Come, a occhio, Giovanni de Gennaro nella canoa e Alice Bellandi nel judo. La speranza è di vedere qualcuno di loro a Ballando con le stelle su Rai o in altri show del genere. Tutto serve, per alimentare gli sport minori. E anche il fascino dei campioni è determinante. Chi si ricorda di Andrea Minguzzi e di Giulia Quintavalle, ori nella lotta e nel judo, a Pechino 2008?

La prima stesura dell’articolo pubblicato su “Enordest.it”

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